Avellino, un’altra tegola: quattro ex calciatori battono cassa

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di Claudio De Vito. Nemmeno il tempo di esultare per lo sblocco del mercato, giunto grazie all’ok dell’apposita Commissione Figc, che una nuova tegola si è abbattuta sull’Avellino. Quattro ex calciatori infatti hanno presentato ricorso alla Commissione Accordi Economici della Lega Nazionale Dilettanti per il mancato pagamento dei compensi riguardanti il mese di giugno 2019.

Si tratta di Filippo Capitanio, Ettore Lagomarsini, Niccolò Dondoni e Nicola Ciotola in Irpinia nella scorsa stagione di Serie D. Il poker di vertenze sarà discusso il prossimo 23 gennaio a Roma dove lo stesso giorno è in calendario anche l’audizione dell’ex presidente Claudio Mauriello dinanzi alla Procura Federale per presunte irregolarità amministrative legate alla continuità aziendale. In quest’ultimo caso si incapperà al massimo in un’ammenda.

Differente il modello sanzionatorio invece per la vicenda delle vertenze, altra grana ereditata dalla precedente gestione. Ma andiamo con ordine. L’Avellino può inviare “memorie di costituzione, memorie difensive, controdeduzioni ed eventuali documentazioni entro il termine perentorio di trenta giorni dal ricevimento del ricorso” come dispone il riformato articolo 25 bis del regolamento LND al comma 5.

Il comma 9 dello stesso regolamento prevede, a completamento del primo step procedimentale, che “la Commissione deve depositare le proprie decisioni entro il termine di trenta giorni dalle relative riunioni ed il loro accoglimento, anche parziale, comporta la restituzione della tassa versata. Le decisioni sono comunicate direttamente alle parti e pubblicate sul sito della L.N.D. Le parti possono proporre gravame innanzi al Tribunale Federale Nazionale – Sezione Vertenze Economiche, nei termini e con le modalità previste dal Codice di Giustizia Sportiva”.

L’attuale proprietà del club biancoverde appare però orientata a pagare le somme reclamate dai quattro ex tesserati – poco più di dodicimila euro al lordo – sbrigando così subito la faccenda per evitare guai seri in termini sportivi. Niente ricorso al TFN, altrimenti il rischio di una penalizzazione sarebbe concreto. “In caso di mancata impugnazione al Tribunale federale a livello nazionale – sezione vertenze economiche – il pagamento delle somme accertate dalla Commissione Accordi Economici della L.N.D. deve essere effettuato entro 30 giorni dalla comunicazione della decisione”.

Così recita il comma 11 dell’articolo 94 ter delle NOIF. che, se violato, spalancherebbe le porte alla penalizzazione in classifica. Infatti il comma 6 dell’articolo 31 del Codice di Giustizia Sportiva prevede che “il mancato pagamento, nel termine previsto dagli artt. 94 ter, comma 11 e 94 quinquies, comma 11 delle NOIF, delle somme accertate rispettivamente dalla Commissione Accordi Economici della LND e dalla Commissione Accordi Economici per il Calcio Femminile o dalla Sezione Vertenze Economiche del Tribunale federale nazionale, comporta l’applicazione, a carico della società responsabile, della sanzione della penalizzazione di uno o più punti in classifica”.

E’ già successo all’Acireale – ultimo caso in ordine cronologico – che a dicembre ha dovuto incassare, patteggiando, quattro punti di penalizzazione per non aver corrisposto gli emolumenti, per cifre ben più corpose, a ben nove calciatori. Sulla scorta dell’articolo 126 CGS infatti i soggetti a cui è stata notificata la conclusione delle indagini possono chiedere un accordo prima della notifica del deferimento. La sanzione può essere diminuita fino ad un massimo della metà rispetto a quella prevista.

La penalizzazione, qualora inflitta, giungerebbe nel corso della prossima stagione sportiva. Si tratta infatti di un iter piuttosto articolato. Nel caso Acireale, dalla condanna a pagare alla sentenza si è reso necessario oltre un anno di tempo. L’Avellino però archivierà il caso in tempi più celeri saldando gli emolumenti, già noti in sede di due diligence, che la Commissione Accordi Economici riconoscerà.