Verona, amarcord Pecchia: “Che ricordi ad Avellino. Adriano Lombardi credeva in me”

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Il Verona torna al “Bentegodi” per ospitare l’Avellino in fondo al trittico di impegni con le squadre campane del campionato cadetto. Il ko di Benevento non ha lasciato il segno in casa gialloblu, anche se Fabio Pecchia sa di non poter sbagliare contro i biancoverdi davanti ai propri tifosi.

“Ho detto ai miei ragazzi che bisogna fare di più e meglio – ha affermato alla vigilia l’ex tecnico del Latina – dobbiamo considerare la sconfitta di Benevento come un’opportunità di crescita. Purtroppo al primo episodio veniamo puniti, ma dobbiamo pensare che ogni partita è diversa. Non esistono impegni facili. Dobbiamo migliorare in fretta”. Con un Pazzini in più. “Stamattina l’ho visto bene, vedremo domani” ha riferito Pecchia senza sbilanciarsi, anche se il bomber gialloblu dovrebbe partire dalla panchina.

Avellino tra presente e passato. “Ha calciatori esperti e di valore in attacco – ha sottolineato Pecchia – i nostri avversari proveranno a fare la partita con i loro mezzi. Noi dovremo cercare di essere alla pari dell’Avellino sul piano del carattere e della voglia di lottare su ogni pallone.

Poi l’inevitabile amarcord: otto anni in Irpinia (dall’85 al ’93) sono scolpiti nella mente e nel cuore di Pecchia. “Sono cresciuto sia come uomo che come calciatore ad Avellino” ha commentato. “Lì ho frequentato la terza media, poi mi sono diplomato fino all’università – ha aggiunto ripercorrendo le tappe umane del suo percorso irpino – Avellino mi ha dato tanto come città e come società, che mi ha dato l’opportunità di crescere e di compiere il grande salto da calciatore”.

Adriano Lombardi punto di riferimento: “L’ho avuto sia come allenatore che come responsabile del settore giovanile – ha ricordato Pecchia – ha riposto sempre grande fiducia in me. Credeva in me e mi ha trasmesso tanto sotto tanti aspetti. Durante la sua malattia sono stato molto vicino alla famiglia”.