Caso Trotta, la Procura Federale ci riprova: si discute il ricorso

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La partita relativa al cosiddetto caso Trotta vivrà una nuova puntata in settimana davanti alla Corte Sportiva d’Appello.

Mercoledì infatti dovrebbe essere il giorno dell’esame del ricorso inoltrato dalla Procura Federale della Figc contro il proscioglimento (deciso dal Tribunale Federale Nazionale lo scorso 24 novembre) dell’Avellino, di Walter Taccone e Massimiliano Taccone da ogni addebito contenuto nel deferimento di fine settembre.

Il club biancoverde, insieme ai suoi legali rappresentanti, fu deferito dagli 007 federali per violazioni Covisoc legate al rilascio della Licenza Nazionale per l’ammissione campionato in corso (“per non aver corrisposto, entro il 24 giugno 2016, gli importi di cui ai debiti scaduti alla data del 31 marzo 2016 nei confronti di società affiliate a Federazioni estere, relativi a corrispettivi, anche variabili, dovuti per acquisizioni internazionali dei calciatori a titolo definitivo e temporaneo e comunque per non aver documentato alla Covisoc, entro lo stesso termine, l’avvenuto pagamento dei debiti scaduti alla data del 31 marzo 2016 dovuti nei confronti di società affiliate a Federazioni estere sopra indicati”).

Si tratta dell’oramai noto caso Trotta archiviato a Losanna il  6 luglio. In quella occasione, l’Avellino, rappresentato dal presidente Michele Gubitosa e dall’avvocato Eduardo Chiacchio, riuscì ad ottenere una soluzione bonaria del contenzioso con il Fulham, evitando la causa davanti al TAS. La materia del contendere riguardava il mancato accordo tra i due club rispetto alla cifra sulla quale applicare la percentuale di rivendita del calciatore (35%). Trotta fu venduto un anno fa per 1.2 milioni al Sassuolo ma il Fulham sosteneva che l’importo fosse almeno il doppio. Di qui il contenzioso.

In primo grado, l’Avellino ha evitato il punto di penalizzazione ma la Procura Federale non si è data mai per vinta e ha proposto il ricorso in secondo grado con lo spauracchio della penalizzazione che torna a materializzarsi. Se infatti la Corte Sportiva d’Appello dovesse accogliere l’istanza, il caso si riaprirebbe davanti al Tribunale Federale Nazionale con il rischio del -1 in classifica.

L’Avellino in ogni caso potrebbe a sua volta ricorrere alla stessa Corte Sportiva d’Appello e in terzo grado al Collegio Arbitrale del Coni proseguendo il braccio di ferro con la Procura Federale.