L’analisi – Toscano, un mercato infinito per un Avellino dalla coperta lunga

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Claudio De Vito – L’Avellino sta conducendo in porto le ultime trattative del mercato che chiuderà i battenti alle 23 di domani. Nelle prossime ore sono attese le firme in prestito dall’Atalanta di Berat Djimsiti (’93) e Salvatore Molina (’92), rispettivamente difensore centrale e jolly di fascia destra. In prossimità del gong dovrebbe giungere anche una punta che fisserebbe a diciassette il numero di operazioni in entrata (come un anno fa).

Un’infinità come le soluzioni praticabili da Domenico Toscano nonostante le partenze di nomi eccellenti della precedente intelaiatura, Davide Biraschi (imminente al Genoa) e Mariano Arini (da metà luglio alla Spal). Il tecnico biancoverde si è concesso addirittura il “lusso” di scompaginare l’assetto tattico, cestinando l’impostazione con gli esterni d’attacco del 3-4-3 in favore di un più quadrato e sicuro 3-5-2.

D’altronde il motto in sede di campagna acquisti da qualche anno a questa parte è sempre lo stesso: formare coppie di ogni ruolo andando a prendere calciatori duttili, capaci di adattarsi ad ogni richiesta dell’allenatore. Detto fatto anche quest’anno. Una volta recuperati tutti gli infortunati, Toscano avrà soltanto l’imbarazzo nello scegliere l’undici di base.

A partire dai pali, dove la gara col Brescia ha lasciato intendere che il nuovo titolare è Boris Radunovic. E’ ufficialmente aperto il dualismo con Pierluigi Frattali che dovrà sfruttare le pause del serbo con la sua Nazionale per far ricredere Toscano. E già a Chiavari si presenterà un’occasione di questo tipo.

Difesa. Per un Biraschi che parte c’è un Djimsiti che arriva. E allora gli interpreti del pacchetto difensivo rimarranno stabilmente sette: Jidayi (sempre pronto ad avanzare sulla linea dei centrocampisti in caso di necessità) e Migliorini al centro, Donkor a destra, Perrotta e Diallo a sinistra, mentre Gonzalez e Djimsiti hanno le caratteristiche per essere impiegati ovunque.

Tanti elementi duttili a centrocampo. C’è il solito Gavazzi che, in attesa della forma migliore, potrà agire sia da esterno destro che da interno su entrambi i versanti. Discorso simile per il neo arrivato Crecco, capace di giocare sulla sfera d’influenza mancina interna ed esterna. Omeonga è la piacevole sorpresa di questo inizio stagione grazie ad una personalità in crescita.

Paghera, complice l’infortunio dal quale sta recuperando, è costretto a stargli dietro ma nelle corde ha anche il ruolo di interno che Lasik ha già ricoperto, seppur a sinistra, in maniera discreta con almeno un paio di giocate di rilievo. D’Angelo ha già dimostrato durante il precampionato di essere tra i più in forma nonostante il contratto in scadenza a giugno prossimo. Tassi e D’Attilio alternative in mezzo.

Le fasce. Asmah e Belloni sono i titolari rispettivamente a sinistra e a destra ma gli scenari sono destinati a cambiare sul secondo versante. Se infatti il ghanese ha scarsa concorrenza sul suo lato (Crecco è il suo sostituto naturale), l’ex Ternana sente già il fiato sul collo di Molina e dello stesso Gavazzi per una competizione che si preannuncia serrata.

L’attacco desta qualche perplessità non tanto per il valore dei suoi interpreti ma per l’accantonamento degli esterni offensivi dettato dal cambio di atteggiamento tattico. Con il Brescia è stato escluso dalle scelte iniziali addirittura il fantasista principe, Verde, per far spazio a Mokulu e Castaldo. Ma se il folletto di casa Roma rappresenta una prima scelta come seconda punta, Bidaoui e Camarà rischiano di finire nel dimenticatoio a maggior ragione se entro il gong delle 23 di domani dovesse giungere in Irpinia un’altra prima punta.

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