Avellino Calcio – Toscano, bastone e carota: col gruppo si vince

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Lo chiamano il cannibale, sul campo è un sergente ma all’occorrenza sa dispensare abbracci e carezze. Mimmo Toscano non è un semplice allenatore ma un vero e proprio punto di riferimento per il gruppo, soprattutto per i calciatori più giovani e stranieri. E ce ne sono davvero tanti in questo Avellino.

Creare e amalgamare un gruppo multietnico e profondamente rivisitato rispetto all’anno precedente con 28 elementi al suo interno non è mai facile, ma Toscano ci sta riuscendo giorno dopo giorno con il sudore e con le sue abili doti da comunicatore e motivatore. Toscano può essere infatti ritenuto dai tanti giovani del gruppo un padre di famiglia.

Ne sa qualcosa Patrick Asmah, diventato quasi un figlio adottivo per il tecnico calabrese che non smette mai di spronarlo spesso con toni duri perché ritiene che investire tempo nel suo talento sia cosa giusta. Toscano e Asmah comunicano in inglese perché un padre deve in qualche modo adeguarsi alle esigenze del proprio figlio.

E’ così che Toscano sta forgiando il gruppo, autentica arma in più dell’Avellino. E con lo Spezia se n’è avuta la prova tangibile con un collettivo coeso e compatto che ha sopperito alle pesanti assenze in attacco e reagito agli schiaffi in pieno viso rimediati a Perugia.

Bastone e carota. E’ così che funziona con Toscano. Come quando oggi al termine dell’allenamento gli si è avvicinato Idrissa Camarà, sul campo dopo le terapie per l’affaticamento al flessore. Una battuta scherzosa tra i due e poi l’abbraccio sotto gli sguardi divertiti del direttore generale Massimiliano Taccone e del direttore sportivo Enzo De Vito (foto).

Un gesto simbolo di forte sintonia tra tecnico e calciatori. Perché quando serve, Toscano sa usare anche la carota. Col cuore si vince recita uno dei più comuni cori da stadio, ma il gruppo non è da meno. Anzi, sta nascendo quasi una grande famiglia. La famiglia di Toscano.