Dall’inviato a Varese Claudio De Vito
Ore concitate per tutti a Varese, anche per il presidente dell’Avellino Walter Taccone, diviso tra i frequenti conciliaboli con gli uomini di Lega e addetti alla sicurezza, e i suoi tifosi accalcati all’esterno dei cancelli. Alle 16 presso la Questura di Varese si riunirà il GOS per valutare le modalità di svolgimento della partita prevista domani alle 15, vale a dire porte aperte o chiuse.
“La situazione che è venuta a crearsi non fa piacere a nessuno – ha detto il patron dei lupi all’esito di un confronto con i supporters irpini a caccia di notizie dai quali è stato accerchiato – E’ una sconfitta per l’intero movimento calcistico. Il Varese non ha alcuna responsabilità se alcuni facinorosi sono entrati nel suo stadio durante la scorsa notte. Sono vicini alla dirigenza varesina”.
“I miei tifosi hanno diritto di sapere nel più breve tempo possibile cosa accadrà – ha tuonato Taccone a tutela degli oltre 300 sostenitori giunti in Lombardia – I loro animi si sono un po’ surriscaldati perché non sanno a cosa andranno incontro. Sono andato tra di loro e ho cercato di rassicurare loro e quelli del Varese con i quali hanno ottimi rapporti che fanno onore ad entrambe le città. Il regolamento – ha aggiunto – parlano chiaro e prevedono che la partita possa essere recuperata entro le 24 ore successive. Le istituzioni facciano in fretta”.
“Non ci appelleremo a nulla – ha confermato Taccone a proposito dell’intenzione di cercare a tutti i costi il responso del campo – Vogliamo vincere giocando e non a tavolino. Il nostro è un calcio pulito e leale e molti dovrebbero imparare da noi”.
Nessun contraccolpo psicologico per la squadra. “I ragazzi sono tranquilli – ha assicurato il massimo dirigente della società biancoverde – Giocare domani non cambia nulla, a parte piccolo fastidi legati alla logistica. Dovremo reperire un campo dove allenarci ma sono cose che capitano nel calcio”.