Claudio De Vito – Tutto tace tra Walter Taccone e Michele Gubitosa, attori della telenovela societaria iniziata ufficialmente venerdì scorso con l’invio della proposta d’acquisto dell’U.S. Avellino da parte dell’imprenditore di Montemiletto. Tutto si è fermato lunedì sera all’Hotel de la Ville, teatro per un quarto d’ora circa di una trattativa attualmente in stand-by.
Uno stallo difficile da sbloccare perché l’ostacolo è diventato il sesto punto dell’offerta di Gubitosa, vale a dire la richiesta di garanzie sui debiti fuori bilancio (le fatture non emesse dal fornitore della prestazione che fattura soltanto al momento dell’incasso, altrimenti deve pagarci l’IVA in attesa del pagamento) che la controparte non ha intenzione i fornire.
Il patron dell’Avellino ha arretrato sul primo punto dicendosi disposto a cedere la società per intero, ma non ha intenzione di mollare un centimetro sulla questione della fideiussione a garanzia delle sopravvenienze passive, compreso il danno economico derivante da un’eventuale sentenza negativo nel caso Catanzaro (ma qui si sconfina nel settimo punto rispetto al quale esiste un disaccordo superabile).
Discorso che lo stesso Taccone ha definito congelato qualche settimana fa, ma che evidentemente esiste come quelli legati ad altri potenziali nuovi soci. “A breve sentirete risultati interessanti per l’Avellino” ha annunciato Taccone che, tra le direzioni imboccate, vuole privilegiare quella che gli consentirà di mantenere un ruolo nella compagine societaria. In tal senso vanno inquadrati i contatti con il professionista modenese Gianpiero Samorì alimentati dall’amicizia comune con Claudio Lotito.