Il nuovo Partenio-Lombardi è ad oggi un’incognita che ha spalancato le porte ad un labirinto di responsabilità e polemiche. La via d’uscita ancora non s’intravede, nonostante la volontà di regalare un nuovo impianto alla provincia da parte dell’Unione Sportiva Avellino sia nota oramai da un paio d’anni a questa parte. Lo scoglio è la lungaggine burocratica che ha fatto da palude alla realizzazione di un’opera dall’impatto economico e dai risvolti occupazionali imponenti.
L’Avellino ha i tecnici, i fondi e tutto l’entusiasmo per far sì che il sogno diventi realtà. Il presidente Walter Taccone sta valutando la soluzione finanziaria migliore, ma il progetto poggia su solide basi che però al momento non hanno ancora trovato il sostegno dell’amministrazione comunale.
Quest’ultima ha in mano l’accordo sostanziale raggiunto sulla nuova convenzione, ma non ha ancora prodotto un documento formale di ratifica che consenta alla società biancoverde di procedere con l’ammodernamento del campo B. Un atto propedeutico ai fini della riqualificazione dello stadio.
Ecco perché la prossima settimana il patron dell’Avellino varcherà la soglia d’ingresso dell’Ente di Piazza del Popolo con il presidente della Lega di B Andrea Abodi accompagnato dalla delegazione di B Futura, la piattaforma di supporto allo sviluppo infrastrutturale che assiste non solo il club biancoverde, ma anche Cagliari e Pescara dove le amministrazioni comunali hanno dato impulso ai progetti.
Il suo il Cagliari lo ha presentato a dicembre. Sorgerà un impianto moderno da 21 mila posti al posto del vecchio Sant’Elia per un investimento complessivo di 55 milioni. Numeri molto simili a quelli riguardanti l’Avellino che però invidia al club rossoblu la disponibilità del nuovo stadio nel 2019. Una proiezione impensabile al momento per il sodalizio irpino. Nel caso di Cagliari, il Comune ha attribuito piena rilevanza pubblica al progetto accelerandone i tempi di messa e punto.
Anche il Pescara ha ricevuto il benestare dell’amministrazione comunale, ma il progetto per il nuovo Adriatico è bloccato a causa del vincolo apposto dalla Soprintendenza che ha considerato l’intervento di interesse culturale. L’ufficio legale del Comune del capoluogo abruzzese è al lavoro per tentare di superare davanti al Tar l’ostacolo. L’investimento in tal caso si aggira sui 40 milioni. Senza lo stallo dettato dai parametri temporali della giustizia amministrativa, il progetto sarebbe già esecutivo.
Non si avvale del supporto di B Futura, ma anche l’Ascoli ha le idee chiare sulla riqualificazione del “Cino e Lillo Del Duca”. La Commissione prefettizia di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo ha dato il via libera agli interventi. Nel giro di un mese i lavori saranno aggiudicati tramite la gara d’appalto per poi iniziare al termine del campionato. Piena sintonia sul tema stadio tra la società bianconera e il Comune.
E ad Avellino? I tempi non sono ancora maturi per un impianto all’avanguardia in grado di sostituire quello attuale oggetto di restyling nell’ultimo periodo. L’Avellino si è mosso prima di Cagliari, Pescara e Ascoli, ma ora è rimasto indietro, lasciato sul posto dagli altri che corrono. L’innovazione è a portata di mano: Avellino rischia di perdere un’altra occasione.