Avellino Calcio – Stadio, querelle infinita: manca la licenza d’uso

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“Non darò un euro al Comune”. Così ha tuonato in settimana Walter Taccone impegnato nel rilancio dell’Avellino fra trattative societarie, di mercato e per l’allestimento del settore giovanile. Sono giorni caldi soprattutto per l’individuazione di un nuovo socio con l’iscrizione al campionato ormai alle porte, ma a tenere banco in casa biancoverde è sempre la questione stadio.

Ieri una nuova puntata con l’interrogazione del consigliere comunale Giancarlo Giordano sull’argomento contenzioso rivolta all’assessore al Patrimonio Paola Valentino. Balla un debito di 800mila euro contratto dal 2009 secondo le stime pervenute dagli uffici di Palazzo di Città.

Le verifiche del settore lavori pubblici inoltre hanno stimato in 280mila euro la cifra da corrispondere al club di Piazza Libertà per i lavori effettuati nel 2013 e nel 2015. Importo che nemmeno si avvicina al milione e mezzo circa chiesto dalla società di Walter Taccone. Non solo, ma non è possibile nemmeno procedere ad una compensazione con il credito di 800mila euro avanzato dall’Ente di Piazza del Popolo.

Dunque l’Avellino dovrebbe prima dare e poi avere secondo le cifre emerse. Dovrebbe, appunto. Il condizionale è d’obbligo perché Walter Taccone non ha alcuna intenzione di aprire un dialogo con l’amministrazione comunale su queste basi, nonostante il piano di rientro proposto (una rateizzazione del debito) con relativo pagamento di un acconto (intorno ai 150mila euro) senza i quali non verrebbe rilasciata la licenza d’uso.

Quest’ultima fu concessa quasi sul gong l’anno scorso e dovrà essere allegata dall’Avellino alla documentazione da depositare presso la Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi della Figc entro il 20 giugno. Si tratta di uno dei tanti adempimenti per l’iscrizione al prossimo campionato.

Insomma, altro giro altra corsa contro il tempo nella burrascosa vicenda stadio. Il Comune è pronto a portare in tribunale l’Avellino che dal canto suo continua a valutare sedi alternative dove disputare le partite casalinghe.