Avellino, col protocollo non si scherza: ispezioni anche in Serie C

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di Claudio De Vito. Con la salute non si scherza, ma nemmeno con la Procura Federale della Figc. Il pool di esperti in campo medico di supporto agli 007 federali sta proseguendo i controlli presso le strutture di allenamento al fine di verificare la corretta applicazione del protocollo sanitario da parte dei club.

Così, dopo aver fatto visita ai centri sportivi di 14 società di Serie A, gli ispettori della Procura Federale si sono recati presso i centri di allenamento di Verona, Benevento e Frosinone. E presumibilmente a partire dalla prossima settimana l’attività di controllo riguarderà anche la Serie C, categoria in cui l’adozione del protocollo risulta ancora problematica con rare eccezioni.

Si tratta di visite ispettive capillari durante le quali si assiste agli allenamenti, si valutano le condizioni dei locali di cui il gruppo squadra usufruisce e si acquisisce la documentazione sanitaria relativa ai calciatori con particolare attenzione alla regolarità dell’esecuzione dei tamponi e degli esami sierologici da rinnovare ogni quattro giorni.

L’Avellino sta seguendo alla lettera il protocollo medico federale forte della supervisione del capo dello staff sanitario Gennaro Esposito. In giornata sono attesi i risultati del secondo ciclo di tamponi, in ritardo rispetto alla tabella di marcia prevista dal club biancoverde. Ciò significa che il via agli allenamenti collettivi, sulla base della presunta seconda negatività degli atleti ai test, è rimandato almeno a domani ma non è escluso che il semaforo verde possa slittare ancora proprio in virtù della necessità di non lasciare nulla al caso in previsione di un’eventuale ispezione.

Il quadro sanzionatorio non ammette margini di errore, avendo il Consiglio Federale – attraverso il comunicato 210/A – previsto in prima analisi un’ammenda ed un’ammenda con diffida in caso di violazione del protocollo, che, se più grave, può comportare la penalizzazione in classifica nella prossima stagione. Ma si può incappare anche nella retrocessione all’ultimo posto (se viene rilevato un positivo non dichiarato) o nell’esclusione dal campionato di competenza (se la mancata osservanza del protocollo altera lo svolgimento o il risultato di una gara o dell’intera competizione).

Ecco perché al Partenio-Lombardi si continuerà a lavorare in gruppi da quattro calciatori, suddivisi in altrettanti spazi sul terreno di gioco, fino a quando non sarà ultimato l’intero iter medico che a patron Angelo D’Agostino costerà almeno intorno ai 100mila euro. Con buona pace di Ezio Capuano che rischia di avere a disposizione soltanto un paio di settimane per preparare il primo turno playoff in programma l’1 luglio contro Ternana o Catanzaro in trasferta. Anche allora non ci sarà da scherzare.