Claudio De Vito – L’ottobre nero, le rimonte subite ed una difesa colabrodo. L’Avellino risulta iscritto di diritto al ballo della negatività in un momento in cui il buio è pressoché totale. Il raggio di sole di Soufiane Bidaoui aveva provato ad illuminare la rotta burrascosa della nave di Walter Novellino inghiottito da un vortice di critiche senza fine e che soltanto il ritorno alla vittoria placherebbe.
La Pro Vercelli offre la possibilità di invertire questa rotta a stretto giro. Walter Novellino non ha tra le mani il vero Avellino, una squadra involuta caratterialmente e difensivamente e per certi versi anche intimorita dal pericoloso trend che domani sera al Partenio-Lombardi peserà come un macigno, soprattutto se i tifosi – la metà di quelli visti al derby – inizieranno a spazientirsi al primo errore. Una pressione da alleggerire, un pubblico da riportare al proprio fianco con un risultato positivo e possibilmente convincente nell’atteggiamento e nella prestazione.
Alle 15 lupi di nuovo in campo per continuare a preparare in fretta e furia l’impegno contro l’ostica formazione di Gianluca Grassadonia reduce da tutt’altro filotto, scandito quattro risultati utili di fila (le due vittorie roboanti su Cesena e Perugia e i pareggi con Bari e Carpi). Walter Novellino, che collauderà l’undici anti-leoni per l’ultima volta domattina, dovrà fare i conti ancora una volta con l’assenza di Leonardo Morosini e con il probabile forfait di Simone Rizzato, uscito malconcio del match dell’Adriatico.
L’Avellino vanta con la Pro Vercelli una tradizione positiva di rilancio nelle ultime due annate. L’8 dicembre 2015 con Attilio Tesser in panchina fu capitan D’Angelo a far ritrovare il sorriso ai biancoverdi dopo tre sconfitte con un gran tiro da fuori area. Nella passata stagione invece il 3-2 sui piemontesi valse la prima vittoria della gestione di Domenico Toscano dopo sei giornate di astinenza. La forza della tradizione nella reazione ai mali d’ottobre.