La sfida in casa del Varese praticamente già retrocesso non ammette cali di concentrazione. La cenerentola del campionato venderà cara la pelle per limitare i danni di un’annata storta come il Padova negli ultimi 90′ della passata stagione.
Di frasi del tipo “la partita più difficile” se ne sprecano già e se ne sentiranno a iosa fino a sabato quando l’Avellino salirà a Varese per iniettare nuova linfa al sogno promozione. Con il secondo posto allontanatosi, anche se non di molto, la formazione biancoverde deve badare soprattutto a consolidare la propria presenza in zona play-off, dove un piazzamento al terzo o al quarto posto restano ampiamente alla portata. Massimo Rastelli e i suoi uomini sanno bene che la trasferta del “Franco Ossola” non sarà una gita fuori porta e, mai come in questo caso, le porte chiuse agli allenamenti serviranno per trovare la giusta concentrazione in vista di un match più delicato di quello che sembra.
Ne bis in idem. La locuzione latina incarna un principio cardine nelle varie branche del diritto, ma può essere rimodulato lungo un segmento tracciato nella recente storia dell’Avellino. “Non due volte per la stessa cosa”, ossia non si ripeta l’harakiri del 30 maggio dello scorso anno a Padova contro una squadra già retrocessa. Il Varese non lo è già per una mera questione matematica, ma la lezione dell’ “Euganeo” dovrà servire nell’approccio al match da parte del team di Rastelli. Sette i superstiti della Caporetto patavina: Fabio Pisacane, Alessandro Fabbro, Angelo D’Angelo, Mariano Arini, Eros Schiavon, Luca Bittante e Luigi Castaldo avranno modo di mettere in guardia i compagni di squadra che non hanno vissuto l’amarezza di quella notte.
Luogo del dElytto. I reduci della passata stagione hanno ancora negli occhi anche il danno con beffa annessa dell’ultima partita disputata a Varese. L’1-1 del 22 febbraio 2014 grida ancora vendetta per il modo in cui arrivò. Il protagonista del contestatissimo pareggio biancorosso ottenuto a tempo abbondantemente scaduto fu proprio Rodrigo Ely, autore di una carica che mandò in porta sia Pietro Terracciano che il pallone del pari insperato in un’azione tipicamente rugbistica. Un episodio che, tirando le somme a fine stagione, costò il raggiungimento dei play-off. Un gol assolutamente regolare a porte invertite del centrale italo-brasiliano sarebbe il modo migliore per cancellare una volta per tutte dalla mente il clamoroso torto arbitrale. E, se decisivo, un antidoto ai veleni di Padova.
Cenerentola in Borghese. Stefano Bettinelli proverà a ricomporre il puzzle in vista della sfida casalinga con i lupi. Terminare con onore la stagione è il diktat della squadra lombarda che sabato tirerà fuori l’orgoglio pur avendo ben poco da chiedere al campionato. Il tecnico biancorosso dovrà però rinunciare a Martino Borghese, uno dei suo migliori elementi, che sarà squalificato. Già out per infortunio l’alto centrale, Angelo Rea, che potrebbe costringere Bettinelli a doversi inventare il pacchetto arretrato. Nessun dubbio invece sul modulo, il 4-4-2, che sarà riproposto ancora con Luca Miracoli e Luca Forte, vista l’indisponibilità di Neto Pereira, capocannoniere del gruppo con otto reti.