Avellino Calcio – Mokulu ora è anche un teorema: perché non applicarlo al caso Nitriansky?

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Segna, entusiasma, trascina e fa sognare i tifosi dell’Avellino. Sul fenomeno Benjamin Mokulu Tembe si consumano fiumi d’inchiostro e si incentrano le discussioni nei bar sport avellinesi alla luce dello stato di grazia che sta attraversando il bomber venuto dal Belgio in punta di piedi a gennaio.

Oltre che un fenomeno che spopola nelle piazze del tifo biancoverde, tuttavia Mokulu può essere un parametro di riferimento, una sorta di teorema applicabile ad un caso spinoso della rosa biancoverde.

Milan Nitriansky può essere definito il nuovo Mokulu dell’Avellino non certo per caratteristiche tecniche e fisiche, diametralmente opposte, bensì in termini di ambientamento e confidenza con la nuova dimensione calcistica. Lo stesso attaccante originario della Repubblica Democratica del Congo, dopo i primi mesi in biancoverde, fu scaricato dall’opinione pubblica sportiva irpina per la sua inconsistenza in zona gol.

Ebbene, Mokulu ha risposto con i fatti in questa stagione dimostrando, dopo un periodo fisiologico di apprendistato rispetto alla lingua, ai ritmi di gioco, ai valori tecnici del torneo di Serie B e al metro arbitrale, di poter dire la sua.

nitriansky-lanciano-avellino-maioLo stesso discorso può essere cucito addosso al difensore ceco il cui trasferimento in Italia è stato piuttosto traumatico per via delle difficoltà comunicative (persino con l’inglese) e di problemi personali che ne hanno minato l’inserimento nella nuova realtà. L’apice della crisi di integrazione di Nitriansky al contesto biancoverde si è avuto in occasione del match con il Novara, al termine del quale il suo allenatore Attilio Tesser rivelò le lacrime del suo calciatore nello spogliatoio dopo la sostituzione nell’intervallo. Fu il sintomo di un malessere privato che non esitò a riflettersi sulle prestazioni.

Da allora Nitriansky è sparito dai radar, salvo ricomparire fugacemente a Livorno, ma si tratta pur sempre di un calciatore dalle ottime referenze al momento dell’acquisto a parametro zero. Probabilmente anche il ruolo di laterale destro non gli si addice in toto: lo ha ricoperto nell’ultimo periodo allo Slavia Praga e poi al Pribram (anche più avanzato) dove ha giocato in prestito fino alla fine dello scorso torneo in Repubblica Ceca. La sua collocazione naturale è quella di centrale, preferibilmente nella difesa a tre.

Disquisizioni tecnico-tattiche a parte, il caso Mokulu insegna come sia preferibile attendere prima di giudicare l’utilità o meno alla causa di un calciatore venuto da un ecosistema calcistico totalmente differente da quello italiano, nella fattispecie la Serie B. Ci sono fattori che vanno ben oltre il perimetro di gioco finora giudice supremo e spietato nei confronti di Nitriansky. Starà a lui afferrare l’ancora di salvataggio del teorema Mokulu.

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