Claudio De Vito – Nessuna necessità dell’ultimo momento, nessun colpo last minute. L’Avellino ha chiuso il suo mercato il 24 agosto con la parola fine sulla telenovela Marchizza, trascorrendo i giorni conclusivi della sessione estiva a sfoltire il più possibile l’organico.
Zero affanno al contrario di un anno fa, quando l’addio immediato di Biraschi costrinse la dirigenza biancoverde a tamponare la falla con Djimsiti ed il cambio di modulo in corsa da parte di Toscano rese necessario l’ingaggio di un’altra prima punta, Ardemagni. Quest’anno undici dei nuovi tredici tasselli sono stati aggiunti entro il ritiro pre-campionato di Cascia, con Morosini e Marchizza ciliegine d’agosto.
Su vasta scala la campagna acquisti per il reparto arretrato. Via in sei, dentro in sette. Rifondazione al centro con il solo Migliorini confermato, sistemate le fasce con Rizzato e Falasco a sinistra e Pecorini ingaggiato come vice Laverone, quest’ultimo inquadrato definitivamente come terzino con licenza di spinta nel 4-4-1-1 di Novellino.
Fasce più solide e funzionali, pacchetto centrale con Suagher nuovo leader e Marchizza che lo affiancherà come mancino non appena si sarà integrato alla perfezione. Ngawa e Kresic le alternative. Alle loro spalle due portieri giovani più la chioccia Iuliano. Lezzerini ha sopravanzato Radu nelle gerarchie dei pali: due portieri giovani che dovranno saper reggere la pressione ma ognuno con il proprio margine di crescita.
A centrocampo, orfano del dinamismo di Omeonga, soltanto due interventi ma di rilievo. Di Tacchio ha dotato la mediana biancoverde di fisico oltre che di qualità nel palleggio, mentre il redivivo Molina ha già fornito un saggio del suo contributo sulle fasce. Nonostante le sirene in uscita è rimasto Paghera insieme a capitan D’Angelo, Moretti, Lasik e Gavazzi, quest’ultimo pronto a ricominciare per dare al suo allenatore un’alternativa sugli esterni.
Esterni che si avvalgono delle doti tecniche di Bidaoui, atteso al varco per il riscatto, e Camarà, in bilico fino all’ultimo ma che ha dimostrato di poter stare nei piani di Novellino soprattutto quando si tratta di praticare uno scacchiere a trazione anteriore. La stellina al battesimo dei grandi Asencio accanto a Castaldo ed Ardemagni. Morosini per innalzare il tasso di fantasia ed imprevedibilità tra le linee.
In uscita, Omeonga ha incarnato l’ennesima plusvalenza. Evangelista a parte, l’Avellino è riuscito a piazzare tutti gli esuberi sia in prestito che a titolo definitivo. In quest’ultima direzione spiccano Arrighini e Jidayi che altrimenti sarebbero rimasti a scadenza come Giron e Sbaffo. L’ultimo taglio ha riguardato D’Attilio che ha risolto il contratto abbassando a ventisei il tetto di unità della rosa.
Esperienza, fisicità, equilibrio, funzionalità ed un pizzico di qualità in più nell’Avellino 2017/2018 che con la conferma di Novellino ed un mercato oculato ha gettato le basi almeno per non soffrire fino all’ultimo minuto come nella passata stagione. In un campionato livellato come quello di Serie B però basta poco per sognare in grande cammin facendo.
La tabella del calciomercato dell’Avellino
Acquisti: Rizzato (scadenza), Pecorini (scadenza), Di Tacchio (Pisa, definitivo), Ngawa (scadenza), Falasco (Roma, prestito con obbligo di riscatto), Lezzerini (Fiorentina, definitivo), Asencio (Genoa, prestito), Radu (Inter, prestito), Molina (Atalanta, prestito), Kresic (Atalanta, prestito), Suagher (Atalanta, prestito), Morosini (Genoa, prestito), Marchizza (Sassuolo, prestito).
Cessioni: Arrighini (Cittadella, definitivo), Giron (Bisceglie, definitivo), Solerio (Reggina, prestito), Diallo (Bisceglie, prestito), Offredi (Sudtirol, definitivo), Mokulu (Cremonese, prestito con diritto di riscatto), Sbaffo (Albinoleffe, definitivo), Jidayi (Pro Vercelli, definitivo), Omeonga (Genoa, definitivo), Arciello (Ercolanese, prestito), Soumarè (Teramo, prestito con diritto di riscatto), D’Attilio (risoluzione).
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