Avellino Calcio – La magia del derby: una provincia intera con la testa nel pallone

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Per strada, al bar, al supermercato, negli abituali luoghi di ritrovo del tifo biancoverde non si fa altro che parlare dell’attesissimo appuntamento del Partenio-Lombardi contro la Salernitana. L’entusiasmo da derby (c’è chi non ama particolarmente definirlo tale) è contagioso e dilaga in ogni angolo della provincia che domani si fermerà per qualche ora facendo passare tutto il resto in secondo piano.

L’attesa è agli sgoccioli, l’estenuante conto alla rovescia sta per volgere al termine e l’adrenalina sale man mano che trascorrono i minuti.

Una provincia intera nel pallone dopo tre settimane di pausa del campionato trascorse tra aspettative e previsioni, sull’onda dello strepitoso trend positive intrapreso prima del giro di boa. In realtà però i tifosi dell’Avellino attendono questo momento da mesi per riscattare il bruciante ko dell’andata. Ecco perché ogni spunto di discussione è buono per introdurre il derby.

Sì, quel derby a cui è impossibile mancare ad ogni costo e con ogni mezzo.

I fortunati col biglietto in tasca potranno godersi l’evento live allo stadio, mentre l’altra sostanziosa fetta dei meno fortunati si arrangerà tra televisione e radio. Non sarà lo stesso, ma tant’è. In effetti questo derby meriterebbe almeno il doppio dei diecimila spettatori previsti per il sold out alla prima del 2016. Sarebbe un atto dovuto per la storia, per la tradizione del club biancoverde tornato a sperare nella scalata al grande calcio.

Società, squadra, tifosi: tutti sono pronti a recitare la propria parte. La società, che si è adoperata sul mercato in tempi celeri mettendo a disposizione di Tesser tre pedine, ha prestato la sua massima collaborazione affinché siano garantiti tutti i parametri di sicurezza. All’andata fu derby vero, corretto, passionale, insomma un vero e proprio spot per il calcio meridionale, spesso e volentieri bistrattato.

L’Avellino e i suoi tifosi furono trattati con i guanti e a maggior ragione c’è tutta l’intenzione di ricambiare con sportività da parte della famiglia Taccone, del vicepresidente Michele Gubitosa, del direttore sportivo Enzo De Vito e di tutti i membri della famiglia U.S. Avellino. Ci sarà il presidente di Lega Andrea Abodi a toccare con mano il clima di cordiale ospitalità che il club ha inteso instaurare per l’occasione e, chissà, Claudio Lotito, a più riprese invitato pubblicamente da patron Taccone.

Quale migliore presupposto ambientale dunque per una partita che resta comunque ad alta tensione. Ai tifosi dell’una e dell’altra sponda, attori primari nell’arena del calcio, si chiede di confermare la prova di maturità sfoderata a settembre. Sarà ammesso soltanto lo sfottò, ma quello c’è sempre quotidianamente tra le due città divise da una manciata di chilometri.

Ci penseranno le forze dell’ordine a garantire che tutto fili liscio. Armandino e Matteo invece faranno da icone innocenti che con le loro storie sono riusciti ad ammorbidire una rivalità fin troppo accesa. Saranno loro i veri tutori di un ordine di idee che dovrà rimanere saldamente ancorato alla logica del buon senso. Necessariamente.

Il derby cattura storie, valori, principi, esperienze che nutrono la magia di un appuntamento da vivere fino in fondo.

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