Avellino, l’eredità di Izzo è un’ammenda. Attesa per contratti e ispettori Figc

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di Claudio De Vito. Il Tribunale Federale Nazionale ha inibito per sei mesi l’ex presidente dell’Avellino Luigi Izzo e, a titolo di responsabilità oggettiva, ha condannato il club biancoverde ora presieduto da Angelo Antonio D’Agostino al pagamento di un’ammenda di 5mila euro.

Il deferimento della Procura Federale ai danni del costruttore sannita, all’interno della cordata IDC che rilevò la società dalle mani del tribunale, scattò a inizio marzo su segnalazione della commissione acquisizioni partecipazioni societarie in ambito professionistico Figc per attestazione bancaria “risultata non veridica”.

L’Avellino, difeso dall’avvocato Eduardo Chiacchio, in  buona sostanza ha pagato la garanzia, giudicata irregolare dal Tfn, che Luigi Izzo fornì in Federazione per sé e i soci fedelissimi Renato De Lucia e Sabatino Autorino.

Una delle tante grane di cui l’Avellino targato D’Agostino ha dovuto prendersi carico in fase di rilancio del club. Ora in casa biancoverde si guarda ai playoff e ad un futuro che offre comunque qualche incertezza. L’assenza ad oggi delle linee guida sui contratti in scadenza preoccupa i diretti interessati all’interno del gruppo, che nel pomeriggio riprenderà la preparazione dopo 24 ore di riposo e la notizia della negatività del quarto tampone che di fatto riabilita i tre atleti posti in isolamento.

Sono 15 gli elementi in scadenza al 30 giugno che attendono un segnale dalla Figc e dalla società, quest’ultima in stallo sul da farsi. La proroga di un paio di mesi valida per tutti gli accordi, compresi i prestiti (10 quelli biancoverdi), è la strada che almeno sulla parola finora è stata intrapresa e che andrebbe incontro a quei club di C, tra cui l’Avellino, che per giocare anche soltanto 90′ nei playoff rischiano di dover prolungare di un anno il matrimonio con calciatori non rientranti nei piani tecnici per la stagione successiva.

Il tira e molla è dietro l’angolo e può essere evitato soltanto dalla Federcalcio che intanto ha deliberato attraverso il comunicato 227/A il termine per il pagamento dei contratti a minimi federali.

“Le società professionistiche, entro il 15 luglio 2020, devono assolvere il pagamento degli emolumenti netti dovuti, per le mensilità di marzo, aprile e maggio 2020 e per quelle precedenti, ove non ancora soddisfatte, ai tesserati, ai lavoratori dipendenti ed ai collaboratori addetti al settore sportivo, titolari di contratti con compensi annui lordi non superiori ad euro 42.477,00 per la Serie A, euro 28.783,00 per la Serie B ed euro 26.644,00 per la Serie C” si legge nella nota federale che specifica anche come il mancato adempimento comporta la penalizzazione di 2 punti in classifica nella prossima stagione.

Penalizzazione ma anche sanzioni più afflittive come l’esclusione dal campionato sono previste per il mancato rispetto del protocollo medico. Come previsto, i controlli degli ispettori della Procura Federale sono presto arrivati anche in Serie C. Ieri, il pool di esperti federali hanno fatto visita al Padova e a breve saranno anche al Partenio-Lombardi perché tutte le realtà alle prese con la post-season in Lega Pro saranno passate al setaccio.