Lineare, pragmatico, senza troppi giri di parole. E’ la miscela del realismo di Enzo De Vito, intervenuto questa mattina in sala stampa nel tentativo di reinserire al proprio posto le tessere di un mosaico alterato dagli ultimi risultati.
L’Avellino riparte dal quarto d’ora di accorata e lucida analisi del direttore sportivo dei lupi, che ha chiamato a raccolta tutti gli attori del sogno: società, allenatore, squadra, tifosi e stampa. No a pressioni dall’esterno sul gruppo che a sua volta non deve partorire alibi. Sì all’equilibrio, unica strada maestra capace di mettere tutti d’accordo con l’obiettivo comune bene in vista.
Ma l’incontro pubblico voluto all’incipit della settimana che conduce dritta verso la delicata trasferta di Catania, ha rappresentato l’occasione per rinvigorire la posizione della società sugli obiettivi: se i play-off non dovessero coronare il cammino della squadra di Massimo Rastelli, allora arriverebbe il momento delle riflessioni. Valutazioni a 360 gradi a metà tra il sogno ed il fallimento – termine quest’ultimo mai appartenuto al vocabolario dell’era tacconiana e che soltanto a pronunciarlo, dopo anni di gestione lusinghiera, mette i brividi – da parte di una costola del solido progetto societario eretto sotto le insegne della famiglia Taccone. In soldoni: terminare l’attuale stagione sulla stessa falsariga di quella archiviata con l’harakiri di Padova porterebbe De Vito a mettersi in discussione.
Un passaggio quasi obbligatorio riconsiderare la propria posizione, compiere un passo indietro alla guida dell’area tecnica assunta nell’estate del 2011. D’altro canto, come ha rimarcato lo stesso De Vito, direttore sportivo e allenatore sono giudicati sulla base dei risultati. Adesso però c’è da combattere sul campo di battaglia di un torneo a cui l’Avellino chiede a gran voce l’avveramento del sogno. Il momento, invece, richiede razionalità a tutti i livelli: quadri societari, collettivo e ambiente. Per i processi ci sarà tempo all’indomani degli ultimi 90’ della stagione, il 23 maggio, il 27, o chissà il 3 o il 10 giugno. Magari con Enzo De Vito a predicare ancora realismo mentre cavalca l’onda del successo con la famiglia Taccone e tutti i tifosi biancoverdi.