Avellino Calcio – Il Ministero dell’Interno si muove: aperta un’inchiesta sui fatti di Catania

0
298
catania avellino
catania avellino

A distanza di un mese, si riaccendono i riflettori sui fatti di Catania del 29 marzo che videro coinvolti i circa 300 sostenitori dell’Avellino in trasferta. Il Ministero dell’Interno infatti ha aperto un’inchiesta per fare luce sulla gestione dell’ordine pubblico da parte della Questura del capoluogo etneo.

L’INCHIESTA. Si tratterebbe di un’indagine interna che il Viminale avrebbe aperto su segnalazione del presidente della Lega Serie B Andrea Abodi. E’ stato proprio quest’ultimo a riferirlo ai dirigenti dell’Avellino nel pre-partita di Varese. Il massimo esponente della Lega cadetta ha comunicato al club biancoverde di essersi attivato presso i rappresentanti dell’autorità nazionale di pubblica sicurezza per rendere giustizia alla tifoseria irpina. Il club di patron Walter Taccone, informato da Abodi, fa sapere tuttavia di non essere stato messo al corrente, direttamente da fonti istituzionali, di alcun procedimento avviato dal dicastero del ministro Angelino Alfano.

I FATTI. La Curva Sud Avellino, all’epoca, affidò ad un comunicato la minuziosa ricostruzione dell’odissea consumatasi nella calda domenica siciliana. L’incubo ebbe inizio a Reggio Calabria, poi la sosta a Messina ed un viaggio interminabile alla volta dell’Etna. Nelle vicinanze dello stadio “Angelo Massimino”, via alle perquisizioni oltremodo scrupolose con cani antidroga e antiesplosivo e al prefiltraggio con tanto di identificazione preliminare di ogni singola persona. Operazioni che richiesero parecchio tempo e costrinsero i tifosi a entrare nel settore loro riservato verso la fine del primo tempo. Prima però la tensione ai varchi d’accesso con i tornelli in tilt ed il rischio di una pericolosa calca all’ingresso. Da qui l’iniziativa di alcuni tifosi irpini di aiutare gli steward a smaltire il più in fretta possibile il caos, interpretata invece dalla Questura di Catania come un tentativo di favorire l’ingresso di alcuni compagni di viaggio sprovvisti di regolare tagliando.

I PROVVEDIMENTI. Due arresti domiciliari poi revocati dal Tribunale del Riesame e due denunce a piede libero. E’ il conto presentato ai reduci di Catania con l’ulteriore beffa di 22 anni complessivi di Daspo (divieto di accedere alle manifestazioni sportive) inflitti dal Questore di Catania Marcello Cardona ai due scarcerati (8 e 5 anni) e agli altri due denunciati in stato di libertà (5 e 4 anni).

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here