L’Avellino non ha mai gioito nella tana del Vicenza. Soltanto tre pareggi su sette incroci con i biancorossi che hanno letteralmente dominato la scena dei precedenti negli anni Settanta e Duemila.
Avellino – Un altro tabù da infrangere, l’ennesimo per l’Avellino abituato con Massimo Rastelli in panchina a spezzare gli incantesimi seminati lungo la storia biancoverde.
Lungo il segmento di maledizioni calcistiche dei lupi si colloca proprio Vicenza, che in sette in occasioni la formazione irpina non è riuscita mai a sbancare. Il bilancio parla di quattro sconfitte e tre pareggi al “Romeo Menti”, autentico fortino biancorosso in occasione dei confronti con l’Avellino.
Furia Lanerossi. La storia degli incroci in casa del Lanerossi (vecchia denominazione del club vicentino) prende il via nella stagione 1975/76: è debacle biancoverde firmata, tra i tanti, da Agostino Di Bartolomei e resa meno amara da Stefano Trevisanello. 4-1 il punteggio
L’anno dopo, i lupi si riscattano parzialmente tornando a casa imbattuti. 2-2 il risultato con Giorgio Ferrara e Trevisanello autori delle marcature ospiti. Nel primo anno di massima serie l’Avellino torna a cadere per mano della doppietta di uno scatenato Paolo Rossi che rende vana la segnatura di Gil De Ponti (2-1).
Duemila al buio. A distanza di un quarto di secolo la musica non cambia. Vicenza ed Avellino si ritrovano alla 30^ giornata del campionato cadetto 2003/2004 a 24 squadre, dando vita ad uno scoppiettante 2-2. Doppio botta e risposta con Massimo Margiotta e Damiano Moscardi a replicare a turno a Tonino Sorrentino e Vitali Kutuzov.
Al secondo ritorno in B, annata 2005/2006, è ancora parità (1-1) con Raffaele Biancolino che agguanta Andrea Fabbrini. Era la 20^ giornata.
Nel torneo 2007/2008, invece, Alessandro Pellicori illude la truppa biancoverde rimontata da Davide Matteini e Antonino Bernardini. Il secco 3-0 della stagione successiva griffato Massimo Volta, Sasa Bjelanovic e Andrea Capone chiude la serie di precedenti sfavorevoli ai lupi.