Le strade di Avellino e Verona tornano ad incrociarsi e, come in ogni occasione di incontro tra le due formazioni, il livello di guardia sotto il profilo dell’ordine pubblico si innalza.
Tra le due tifoserie vigono rapporti tesi alla base per motivi territoriali ed inaspriti dai fatti di febbraio, quando un’auto con a bordo Luca Toni e il presidente gialloblu Maurizio Setti fu presa di mira nei pressi dello stadio Partenio-Lombardi con un finestrino in frantumi e tante polemiche.
Per quell’episodio si attende ancora la pronuncia del Tar di Salerno su cinque degli otto daspo (tre sono stati revocati il 20 giugno) emessi a carico di tifosi biancoverdi. Ancora in corso invece il procedimento penale che vede gli otto supporters irpini accusati di favoreggiamento e che, dopo l’estate, potrebbe essere archiviato o proseguire con il rinvio a giudizio degli indagati. In quest’ultimo caso patron Setti e Luca Toni, che non figura più nei quadri dirigenziali, sarebbero chiamati a presenziare in dibattimento dal momento che hanno presentato querela nei confronti degli indagati.
Intanto domenica Verona e Avellino si ritroveranno sul terreno di gioco per il terzo turno eliminatorio di Tim Cup con tutti i timori del caso da parte delle forze dell’ordine. Timori dettati anche dal tentativo, messo in atto al termine del match d’andata del campionato scorso da parte di un folto gruppo di sostenitori veronesi, di avvicinare l’opposta fazione al passaggio dei bus nei pressi della stazione ferroviaria con preventivo schieramento di un cordone di sicurezza composto da agenti di polizia, carabinieri e guardia di finanza in assetto antisommossa (foto).
Mercoledì si riunirà l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive che valuterà il profilo di rischio per la gara del “Bentegodi”. Sarebbero da escludere in partenza restrizioni per la tifoseria biancoverde che dovrebbe gremire il settore ospiti con circa trecento unità. Le due Questure però sono già al lavoro in via preliminare per garantire un efficace servizio d’ordine.