Avellino Calcio – Gubitosa: “Dimentichiamo il derby, la squadra saprà reagire”

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Michele Gubitosa nuovo vice presidente dell'Avellino

“Mi piace pensare sempre positivo, questo il mio semplice segreto con la capacità di conquistare gradualmente gradini sempre più alti, come in una partita a Risiko. Prima si consolida una posizione, un territorio, poi si cresce e poi si prova la conquista di un nuovo territorio senza mai lasciare scoperti quelli già conquistati”. Il proprietario del gruppo HS Michele Gubitosa si racconta al Corriere dello Sport a circa un mese dal suo insediamento sulla poltrona di vicepresidente dell’Avellino.

Come si sposa questo discorso con l’Avellino? 

“Semplice: nel passato campionato siamo arrivati alle semifinali playoff, estromessi dalla finale per due centimetri, quelli che sarebbero bastati al pallone calciato da Castaldo per finire in rete anziché contro la traversa. Avremmo vinto a Bologna, visto che eravamo nei minuti di recupero e affrontato la finale con tanta energia positiva, sono convinto vincendo. Che significa? Abbiamo consolidato una posizione e dovremo migliorarla, passando anzitutto dal consolidamento della categoria”. 

L’inizio non è stato positivo, con la sconfitta nel derby. 

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La pagina che il Corriere dello Sport ha dedicato all’Avellino e al vicepresidente Michele Gubitosa

“Avessimo perso contro qualsiasi altra squadra, non ci sarebbe stato il magone che si avverte tra i tifosi. Il derby, in particolare quello contro la Salernitana, è qualcosa di particolare. Però penso che occorre ripartire dalle tante cose buone viste in quella partita. L’Avellino, a detta di tutti, ha espresso ottimo calcio e spettacolo, riscuotendo consensi. Il risultato è stato negativo, è quello che conta in questo sport ma l’allenatore saprà registrare sicuramente alcune situazioni negative che non hanno consentito di ottenere un risultato impostante. In questi giorni sono stato vicino ai calciatori, ho registrato la loro rabbia ma anche la consapevolezza di essere in grado di fare meglio”. 

Come nel suo lavoro, insomma. 

“Sono partito da una di quelle botteghe dove smanettoni e professionisti venivano a risolvere qualche problemino con i propri Pc, vedevo gente preoccupata, ansiosa, per ciascuno trovavo una soluzione. Così deve essere nel calcio, sentirsi sempre sicuri e consapevoli delle proprie capacità. Alla lunga i risultati arriveranno”. 

Contro il Modena per un pronto riscatto. 

“Affronteremo una buona squadra e dovremo fare molta attenzione mettendo, magari, da parte lo spettacolo per andare al sodo, al risultato pieno”. 

Perché l’Avellino, nonostante i suoi mille impegni? 

“Sono nato con l’Avellino approdato in serie A, nel 1979, e mi viene sempre raccontato quel favoloso decennio nella massima divisione. Voglio viverlo ora che sono maturo offrendo il mio contributo imprenditoriale ed economico a Massimiliano e Walter Taccone che mi hanno consentito di fare parte della società composta ora da noi tre. Sono pronto ad aprire i cordoni della borsa, se necessario, per concretizzare l’aspirazione di quelli della mia generazione”.

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