Finale concitato a Carpi: paga soltanto l’Avellino

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Cose di campo che si risolvono in campo, come ha ricordato Fabrizio Castori ai microfoni della sala stampa. E’ così che è andata a Carpi dove ieri al rientro negli spogliatoi dopo il triplice fischio si è acceso un parapiglia con spintoni e parole grosse all’imbocco del tunnel.

Tutto rientrato, o quasi, nel post partita tra i protagonisti della tensione finale con tanto di rimostranze da parte del tecnico biancorosso al collega Domenico Toscano, una volta che le acque si erano placate. Castori ha lamentato un atteggiamento irriguardoso di Fabrizio Paghera nei suoi confronti, chiedendo a Toscano di tirare le orecchie al suo calciatore con toni tutt’altro che distesi.

Toscano ha incassato la richiesta del vulcanico trainer marchigiano, visibilmente nervoso per non essere riuscito a conquistare l’intera posta in palio e per il rigore non concesso alla sua squadra nel secondo tempo (fallo di Marco Migliorini sull’imprendibile Antonio Di Gaudio).

Da entrambe le parti non se le sono mandate a dire durante la concitazione del momento con l’agonismo della gara ancora in corpo. Eppure soltanto l’Avellino ha pagato dazio – senza pesanti conseguenze sul piano disciplinare – con l’ammonizione con diffida del team manager Christian Vecchia e del preparatore atletico Pietro La Porta.

Entrambi “per avere, al termine della gara, mentre usciva dal recinto di giuoco, assunto un atteggiamento irrispettoso nei confronti di un tesserato della squadra avversaria” secondo la motivazione del giudice sportivo. Nessun provvedimento è stato adottato invece per i presunti insulti a sfondo razzista al rientro nel tunnel per l’intervallo lamentati da Benjamin Mokulu.