L’ex mister dei Lupi, Eugenio Fascetti a tutto campo, parla del campionato di serie B e sulle aspirazioni dell’Avellino calcio dice: pensate agli spareggi.
Non provate a chiedergli della sua esperienza sulla panchina dell’Avellino.
Una sola risposta, sempre la stessa: <Non se ne parla>.
E inutile insistere. Amareggiato?
<Ho detto che non se ne parla>.
Se ancora oggi, un quarto di secolo dopo, preferisce non parlarne, vuol dire che qualcosa ancora non gli è andato giù.
Del resto, Eugenio Fascetti quell’anno (era la stagione 1988-89, la prima in B, dopo i 10 anni di A) raccolse il testimone da Enzo Ferrari alla 13esima di campionato, condusse i Lupi a un passo dal ritorno in A, sogno accarezzato fino all’intervallo di quel famoso Avellino-Cremonese, che diede il là a un’infinità di polemiche.
Accuse di ogni genere e pesanti contestazioni, in un infuocato (fuori dal campo) finale di stagione.
E allora, per non riaprire vecchie ferite, <non se ne parla>.
Meglio concentrarsi sul presente, analizzato da un esperto di B, sia da allenatore che da commentatore televisivo. Uno senza peli sulla lingua: per lui, l’Avellino sta già facendo tanto, anche più di quanto si aspettasse.
Mister Fascetti, a che campionato sta assistendo?
“A un campionato equilibrato e imprevedibile, caratterizzato da alti e bassi”.
E sul piano tecnico?
“Tranne rare eccezioni, non si può dire sia elevato. E anche dal punto di vista tattico non è che si vedano grandi cose. Onestamente, le partite veramente godibili si contano sulle dita delle mani. Nel complesso, credo sia un campionato inferiore a quelli degli ultimi anni”.
L’equilibrio è una conseguenza del livellamento in basso?
“Sicuramente. Un anno fa c’era una squadra come il Palermo, che si elevava dalla massa. Vero è che quest’anno c’è stato il Carpi a prendere il largo, ma parliamo pur sempre di una lieta sorpresa, non di una squadra dai valori tecnici superiori. Chi doveva fare la differenza non l’ha fatta: penso, ad esempio, al Bologna, che ha individualità ma non gioco di squadra, o al Catania, che è stato costruito male e ne sta pagando le conseguenze”.
Pronostico secco: chi va in A evitando i play-off?
“Il Carpi ha un bel vantaggio, deve solo stare attento a non dilapidarlo. Per il resto, è lotta aperta, impossibile fare previsioni”.
In questo contesto, come si inserisce l’Avellino?
“Sta facendo un buon campionato, alterando alti e bassi”.
Un giudizio generale?
“Un bel gruppo, costruito secondo determinate idee di calcio. Squadra solida, compatta, ben guidata da Rastelli”.
Pare di capire che sotto il profilo tecnico ha delle perplessità: è così?
“Ha carenze qualitative, manca di spiccate individualità”.
Neppure Castaldo?
“Ripeto: mancano buoni giocatori”.
Può andare in A, nonostante ciò?
“Per me non è squadra da promozione diretta, i play-off sarebbero già un bel risultato”.