Macina punti, va a segno con una certa facilità e subisce il minimo sindacale. Se non sono queste condizioni per pensare in grande allora meglio non andare allo stadio o smettere di appassionarsi al calcio. Calcio che, troppo spesso contraddistinto da scandali e normative che allontanano la gente, non può prescindere dalle emozioni, siano esse positive o negative. Ma pur sempre emozioni, il sale di un gioco fatto di momenti storici nell’arco di una stagione.
Dopo un girone d’andata di stenti con tutti i requisiti dell’annata maledetta, l’attualità racconta di un Avellino sulla cresta dell’onda che sta ricalcando al millimetro la cavalcata di Walter Novellino con il Modena 2013/2014 che chiuse il campionato al quinto posto.
Tre anni fa i gialloblu chiusero il girone d’andata a quota 22 (21 i lupi quest’anno), a +1 sulla zona playout, per poi chiudere la stagione regolare a 64, vale a dire con il doppio dei punti ottenuti al giro di boa. E alla 27^ giornata di quel torneo il Modena aveva gli stessi punti dell’Avellino di adesso, 35.
Analogie che in qualche modo alimentano il sogno perché alla 27^ curva non si può parlare di coincidenze. Anzi nel caso dell’Avellino, Novellino avrebbe anche l’attenuante si essere subentrato alla precedente guida tecnica. Un’attenuante ben spesa a giudicare dai risultati che hanno proiettato i biancoverdi al primo posto della classifica del girone di ritorno.
L’Avellino ora si trova a tre punti dal perimetro spareggi promozione, sfiderà martedì la Pro Vercelli e sabato tornerà al Partenio-Lombardi con la proiezione di un confronto playoff con i grifoni. Sì, perché è il momento di pensare in grande. Tenendo sempre ben presente ciò che ci si è lasciati alle spalle, patrimonio di umiltà su cui fondare le fortune del presente e del futuro.
E non fa paura nemmeno l’onta del calcioscommesse in un momento di entusiasmo (guai a chiamarla euforia o esaltazione). L’Avellino rischia di essere penalizzato in classifica con il verdetto di primo grado che dovrebbe essere emesso tra l’8 e il 9 marzo. Ciò significa che, in attesa del ricorso in appello, eventuali punti di penalizzazione si abbatterebbero subito sulla classifica dei biancoverdi.
Ma il sogno è più grande dell’incubo per una squadra che non conosce limiti e che ha ancora tanto da esprimere in termini di potenziale, e per una tifoseria che ha riposto piena fiducia in un allenatore che incarna lo spirito combattivo di una terra abituata al sacrificio. Sognare non costa nulla, anzi in tal caso arricchisce chi non ha mai smesso di credere nella risalita.