L’inviato a Vercelli, Claudio De Vito – Tre gol nell’ultimo anno e mezzo, due dei quali realizzati contro l’Avellino entrambi dagli undici metri in rimonta. Gianmario Comi segna con il contagocce ma quando lo fa, fa piangere la sua ex squadra.
Era già successo l’11 ottobre 2015 quando il quasi 25enne attaccante scuola Torino indossava la casacca del Livorno. Allora Comi si presentò sul dischetto trasformando un rigore nato da una clamorosa svista del direttore di gara che mandò sotto la doccia Davide Biraschi per un tocco con il braccio letteralmente inventato.
Questa volta la massima punizione è stata sacrosanta in virtù della mano larga di Federico Moretti negli ultimi spiccioli di recupero, con un altro dispiacere arrecato ai tifosi biancoverdi che nonostante il groppo in gola non gli hanno fatto mancare il consueto tributo di applausi da ex stimato che nella famosa notte playoff di La Spezia alimentò un sogno.
“Ricordo sempre con affetto la piazza avellinese e la società – ha riferito nel post partita l’uomo della beffa del “Piola” – è stato un po’ un dejà vu rispetto all’altro anno a Livorno ma io devo fare i miei interessi e c’è qualche episodio a nostro sfavore da rivedere. L’esultanza? Ho dedicato il gol a Paolo Pagliuca e a Marco, due persone alle quali voglio bene che stanno lottando contro un tumore”.
Impossibile non perdonare Gianmario Comi, ragazzo dal cuore d’oro che in campo ha dato tutto per la maglia biancoverde e fuori è stato sempre vicino a chi aveva bisogno di un gesto d’amore e vicinanza. E’ per questo che la beffa ha un retrogusto agrodolce.