Claudio De Vito – Il suo Livorno è uscito sconfitto dal campo, ma lui la sua partita l’ha vinta ugualmente. Gianmario Comi ci ha messo per l’ennesima volta il cuore sia nel rettangolo di gioco che al suo esterno. Così, dopo aver lottato su tutti i palloni a gara in corso, l’ex attaccante dell’Avellino si è trovato nel bel mezzo di un vero e proprio vortice emotivo.
Mano sul cuore in risposta agli applausi della platea, poi al triplice fischio l’abbraccio con l’amico Pierluigi Frattali. I due hanno legato molto durante l’esperienza comune in Irpinia della passata stagione e, a verdetto del campo emesso, hanno deposto le armi del confronto per ricongiungersi anche se per pochi minuti. Un gesto intenso e carico di significato tra due calciatori umili e corretti, due ragazzi educati che Avellino ha adottato.
Uno però la scorsa estate è partito andando vicino ad un gradito ritorno poi sfumato a gennaio. Comi ha lasciato il segno ad Avellino per la sua bontà d’animo e la disponibilità a partecipare alle iniziative di solidarietà. E’ accaduto con il gruppo di tifosi dei Biancoverdi Insuperabili, ai quali ha mostrato la sua vicinanza in parecchie occasioni e che è andato a salutare anche dopo il match di ieri.
Dopo l’abbraccio con Frattali, Comi infatti si è recato sotto la curva nord lanciando la sua maglietta ai ragazzi diversamente abili appassionati del lupo. Un gesto commovente applaudito sia allo stadio dai suoi ex tifosi che hanno potuto apprezzare ancora una volta la nobiltà dei sentimenti di un ragazzo semplice che non ha dimenticato l’affetto ricevuto dalla piazza irpina.
Segno inequivocabile che il valore dell’annata biancoverde di Gianmario Comi è andato ben oltre un sogno play-off alimentato con l’acuto nella notte di La Spezia. La sua è un’eredità di esempi di vita che Avellino custodisce gelosamente. A prescindere dal risultato, Comi la sua vittoria l’ha ottenuta. E l’ha costruita col cuore.