Avellino Calcio – Caso Catanzaro, si riducono i tempi e i rischi

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Claudio De Vito – Sembrerebbero doversi accorciare sensibilmente i tempi del processo sportivo che l’Avellino si appresta ad affrontare per la presunta combine della gara con il Catanzaro del 5 maggio 2013. Il club biancoverde, come quello giallorosso, è stato deferito lunedì a titolo di responsabilità diretta e oggettiva con il rischio retrocessione contemplato dal Codice di Giustizia Sportiva.

I legali di parte si dicono sereni sulla base della scarsa rilevanza del materiale probatorio in possesso della Procura Federale, ma ci sarebbe un ulteriore elemento a favore sia dell’Avellino che del Catanzaro.

La Procura di Palmi, epicentro dell’inchiesta Money Gate che ha travolto la famiglia Cosentino ex proprietaria della società calabrese, su richiesta degli inquirenti della Figc non ha infatti fornito documenti integrativi (che invece furono inviati dalla Dda di Napoli nell’ambito del processo sul calcioscommesse della stagione scorsa). Solo intercettazioni ambientali senza riferimenti precisi sulla scrivania degli 007 federali.

In realtà il tutto era già nelle previsioni di Eduardo Chiacchio, difensore dell’Avellino, e riduce – oltre che i tempi – il rischio di sanzioni per la società irpina. La prima udienza del processo sportivo pertanto potrebbe tenersi già nel prossimo mese con verdetto di primo grado da parte del collegio del Tribunale Federale Nazionale atteso in tempi brevi.

In più c’è da considerare un altro cavillo che renderebbe improcedibili i deferimenti notificati 48 ore fa. Non avendo proceduto all’audizione della figlia dell’ex patron catanzerese Ambra Cosentino, la Procura Federale avrebbe violato le procedure codicistiche. Se si andasse a processo sulla scorta dei deferimenti in essere, di conseguenza, l’intero impianto processuale rischierebbe di decadere sul nascere. In tal caso la Procura Federale dovrebbe alla formulazione di nuovi atti di deferimento.