Avellino Calcio – Calcioscommesse, il punto sul processo sportivo

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Va in archivio una settimana da dimenticare per l’Avellino strapazzato dal Perugia e beffato dalla Pro Vercelli. In mezzo il calcioscommesse con le richieste della Procura Federale nei confronti dell’Avellino e dei deferiti, alcuni per illecito sportivo e altri per omessa denuncia. 7 i punti di penalizzazione chiesti dall’accusa, una richiesta accolta con moderata soddisfazione dall’avvocato del club biancoverde Eduardo Chiacchio.

Tutto rinviato al 7 aprile come disposto dal Tribunale Federale Nazionale che ha accolto una delle due eccezioni dei difensori di parte, vale a dire la violazione del contraddittorio. In buona sostanza, la Procura Federale ha depositato un’ulteriore documentazione soltanto un giorno prima della scadenza del termine per presentare memorie difensive fissato al 28 febbraio. Di qui la necessità per i difensori dei soggetti coinvolti, ai fini del corretto esercizio del diritto di difesa, di tempo utile per controdedurre che il TFN ha concesso nell’immediato.

Congelata la seconda eccezione essendosi la corte “riservata ogni decisione in rito e nel merito”. Il merito riguarda le richieste della Procura Federale a carico dell’Avellino e dei tesserati rispetto alle quali il TFN si pronuncerà con sentenza di primo grado. L’avvocato Chiacchio però ha eccepito un vizio inerente al rito, vale a dire la procedura: in ballo c’è il termine di venti giorni previsti dal Codice di Giustizia Sportiva tra l’ultimo atto di indagine e la notifica di conclusione delle indagini.

Termine che, se fosse ritenuto perentorio, farebbe addirittura saltare tutto l’impianto processuale sulla base dell’irricevibilità dei deferimenti scattati il 16 dicembre. A stabilire la perentorietà o meno del termine in questione sarà il TFN sulla base di alcune pronunce vincolanti del Collegio di Garanzia del Coni previste mercoledì. Si tratta del terzo grado del processo sportivo del filone calcioscommesse “Dirty Soccer” partito dall’inchiesta della Procura di Catanzaro nel maggio 2015.

L’8 marzo saranno esaminati i ricorsi di Paganese, Santarcangelo, Vigor Lamezia e dei rispettivi tesserati coinvolti contro la decisione della Corte Federale d’Appello di annullare la decisione del Tribunale Federale Nazionale, che aveva dichiarato irricevibili i deferimenti del 4 agosto a loro carico. Se l’irricevibilità dei deferimenti dovesse essere ripristinata, le richieste formulate dall’accusa nel caso Avellino decadrebbero.

In caso contrario, il 7 aprile il TFN prenderebbe in carico definitivamente le richieste della Procura Federale. In quella sede l’Avellino con l’avvocato Chiacchio confiderebbe in uno sconto di 3 punti in modo da ottenere un verdetto di primo grado – a distanza di qualche giorno – di 4 punti di penalizzazione. Con il ricorso in appello, la difesa della società biancoverde punterebbe ad un’ulteriore riduzione di 1 o 2 punti. Una proiezione concreta se le richieste dovessero rimanere in piedi. L’Avellino resta in attesa con i fari puntati sul Coni.

-Le richieste della Procura Federale.

-Responsabilità oggettiva:

Avellino: 7 punti di penalizzazione e 140mila euro di ammenda.

-Omessa denuncia:

Walter Taccone: 9 mesi di inibizione e 45mila euro di ammenda.

Luigi Castaldo: 6 mesi di squalifica e 30mila euro di ammenda.

Fabio Pisacane: 6 mesi di squalifica e 30mila euro di ammenda.

Mariano Arini: 6 mesi di squalifica e 30mila euro di ammenda.

Raffaele Biancolino: 6 mesi di squalifica e 30mila euro di ammenda.

-Illecito sportivo:

Armando Izzo: 6 anni di squalifica e 20mila euro di ammenda.

Francesco Millesi: 6 anni di squalifica e 20mila euro di ammenda.

Luca Pini: 6 anni di squalifica e 20mila euro di ammenda.

Maurizio Peccarisi: 3 anni di squalifica e 50mila euro di ammenda.