Avellino, ti piace volare sugli esterni

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Claudio De Vito – Alla voce “cose da fare” per l’allestimento della rosa, Walter Novellino ha inserito tra le priorità il rafforzamento delle catene laterali quali sbocchi naturali della manovra di un 4-4-2. Le richieste di base per il suo sistema di gioco, inizialmente impostato sul 4-1-4-1, sono state accontentate e, a giudicare da quanto visto contro il Brescia, pagano eccome.

Un nome su tutti, quello di Salvatore Molina passato da “inabile al calcio” riprendendo le parole del presidente Walter Taccone a pedina determinante nello scacchiere biancoverde. Scommessa ma non troppo l’esterno ex Modena, Perugia e Cesena al quale, alla luce dell’indiscusso valore nella categoria, stava soltanto dimostrare di aver superato i guai fisici patiti per un’intera stagione. Scommessa vinta da Walter Novellino ripagato contro le rondinelle da un assist e mezzo dalla sinistra, dove con il piede invertito Salvatore Molina ha dato maggiore sfogo alla sua inventiva.

Fantasia utile a sovvertire l’inerzia di una partita, ma Salvatore Molina e gli altri interpreti delle corsie esterne alla base hanno acquisito rigore tattico e meccanismi di puntuale applicazione. In tal senso entrano in gioco i terzini Lorenzo Laverone e Simone Rizzato, abili incursori in sovrapposizione e certosini attori della copertura in fase difensiva. Aspettando Soufiane Bidaoui tra due settimane contro il Foggia, le fasce funzionano già e con l’innesto del marocchino non possono che incrementare il loro tasso tecnico.

Le fasce sono la forza dell’Avellino e dovranno esserlo per tutto il campionato sia come prerogativa sia perché, come ieri sera, la formazione biancoverde ha faticato a sviluppare gioco centralmente contro il muro dei tre mediani bresciani. E non a caso Walter Novellino ha provato a rianimare (con scarsi risultati) sull’esterno sinistro Leonardo Morosini, che ha dimostrato di aver bisogno ancora di un po’ di tempo per dare il meglio di sé.

Il gioco sugli esterni pertanto si propone come arma letale del nuovo Avellino rispetto alla passata tribolata stagione, durante la quale il tecnico di Montemarano, per ovvi motivi legati all’avvicendamento in corsa con Domenico Toscano, non ha potuto plasmare la squadra a sua immagine e somiglianza. I margini di crescita sono esponenziali, il successo sul Brescia ha fatto schizzare in alto l’autostima: le fasce mettono le ali all’Avellino.