Avellino Calcio – Ardemagni neo nella crescita del collettivo

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L’inviato a Vicenza, Claudio De Vito – Le lacrime del post Cittadella non sono servite a lavare la delusione per il clamoroso errore da potenziali tre punti su calcio di rigore. A giudicare dalle occasioni fallite a Vicenza, Matteo Ardemagni sembra aver infatti accusato il contraccolpo per aver mancato l’appuntamento dagli undici metri martedì sera al Partenio-Lombardi.

La sequenza di palle-gol gettate alle ortiche dall’attaccante biancoverde nel finale di primo tempo al Menti la dice lunga sul momento di appannamento di un calciatore abituato a trasformare in oro la maggior parte dei palloni che gli vengono serviti in area di rigore. Prima il salvataggio in recupero di Luka Bogdan, poi l’opposizione di Benussi ed ancora sulla respinta il tap-in che fa incredibilmente il solletico alla porta sguarnita. Errori imperdonabili che ora rischiano di perseguitare il bomber milanese.

Le polveri bagnate di Ardemagni non hanno consentito all’Avellino di sbancare il Menti come avrebbe meritato per personalità ed una maggiore fluidità di gioco mostrata rispetto alle precedenti uscite del campionato. In tal senso, il momentaccio di Ardemagni stride con i progressi del collettivo sul piano della manovra.

A Vicenza, l’Avellino non ha mai subito (o lo ha fatto consapevolmente per pochi minuti a inizio ripresa) proponendosi con una certa continuità nella metà campo avversario. Merito della contestuale crescita esponenziale di alcuni singoli, su tutti i giovani di proprietà Diallo e Omeonga. Sicuri di sé e autoritari entrambi, anche se il difensore deve sempre limare l’eccesso di foga che lo ha portato finora a rimediare ben cinque cartellini gialli.

Insomma, l’Avellino torna da Vicenza con un’iniezione di fiducia da sfruttare per la prossima partita interna con la Pro Vercelli, prima di sei vittime consecutive sotto la gestione Tesser nella passata stagione. Toscano si augura che anche quest’anno la sfida con i piemontesi serva a scuotere l’Avellino ancora sul fondo della graduatoria ma con qualche certezza in più. Il pari di Vicenza è un abito che sta un po’ stretto a D’Angelo e compagni.