Come se non bastasse, anche gli episodi hanno bastonato un Avellino già frastornato e confuso in avvicinamento alla sfida con il Frosinone. Episodi, arbitrali si intende, che hanno salvato Domenico Toscano. Un rigore inesistente a sfavore decretato ed un altro sacrosanto a favore non concesso hanno convinto infatti la società biancoverde ad allungare la vita del proprio allenatore sulla panchina del Partenio-Lombardi.
Va ricordato però che di fronte c’era il Frosinone, di conseguenza anche il valore dell’avversario è rientrato nei parametri utili a valutare la posizione di Toscano. Che questa mattina – per sua stessa ammissione – ha sorseggiato il consueto caffè del lunedì con il direttore generale Massimiliano Taccone e il direttore sportivo Enzo De Vito. Un caffè probabilmente diverso da quelli precedenti, che ha necessitato di un cucchiaino di zucchero in più.
La panchina di Toscano resta in forte discussione e la trasferta di Carpi sarà decisiva. Il discorso però non è così semplice e netto, nel senso che se l’Avellino conferma il deludente formato trasferta, allora Toscano farà le valigie. Il tecnico calabrese potrebbe salvarsi con una sconfitta accompagnata da una buona prestazione e blinderebbe la panchina in caso di exploit da tre punti. Nell’ultimo caso però si fa fatica a capire quanto potrebbe durare la fiducia, che resterebbe a tempo determinato.
Una diversa visione delle cose da parte di Toscano in ottica Carpi potrebbe appianare quasi definitivamente le divergenze emerse nell’ultimo periodo con il club, nella fattispecie con il presidente e amministratore unico Walter Taccone che mercoledì scorso ha fatto capire pubblicamente che va perseguita una linea comune a livello tecnico per il futuro.
E qui il discorso si ricongiunge con l’ultima partita disputata. L’Avellino si difende bene con quattro difensori (due gol subiti in quattro partite, un tiro dalla distanza deviato e un rigore) ma non offende, raramente impensierisce l’avversario in casa e praticamente mai in trasferta. Contro il Frosinone è emersa con forza la difficoltà di Castaldo a dar peso lì davanti in un tridente con Verde e Soumarè troppo lontani ed un centrocampo che accorcia troppo poco. Il che può essere una chiave di lettura in grado di spalancare nuovi orizzonti rispetto alla difficoltà di andare a nozze in area avversaria.
Ecco allora che la soluzione per il futuro prossimo potrebbe essere quella di giocarsela con due punte di peso, avendone a disposizione tre dalla potenziale doppia cifra. Castaldo non è eterno, avanza con gli anni e avrebbe bisogno di una prima punta al suo fianco per rendere al meglio perché la classe, quella no, non si deteriora nel tempo. Anche perché l’Avellino si affida spesso ai lanci lunghi dalle retrovie o ai cross dalla trequarti, facilmente leggibili dalle difese avversarie.
Toscano potrebbe osare in tal senso lasciando inalterati gli equilibri in difesa e in mediana, con un fantasista alle spalle di due attaccanti di ruolo. Un’idea di approcciare il Carpi che potrebbe salvare Toscano in partenza, a prescindere dal risultato, che il club chiede a monte ma prima ancora vorrebbe un cambio di rotta in trasferta sul piano dell’atteggiamento.
Le tensioni degli ultimi giorni sfociate nell’accanimento del post partita di ieri verso il presidente onorario Michele Gubitosa non aiutano di certo. La contestazione nei confronti della società intanto va avanti e non si placherà, probabilmente nemmeno con l’allontanamento di Toscano chiesto a gran voce dalla piazza che sin dall’avvento in Irpinia del cannibale non ha mai instaurato un feeling con lui. Toscano può salvare la panchina osando. Osare non morire, calcisticamente sia chiaro. Il destino è nelle sue mani.