Movida Avellinese: No alla linea dura del Comune.

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Movida Avellinese. Arriva la presa di posizione dei proprietari dei locali. «Non siamo noi a generare insicurezza e degrado ad Avellino, ma solo intrattenimento e aggregazione».

Gli esercenti dei locali notturni della città dicono “no” alla linea dura annunciata dal Comandante Michele Arvonio, offrendo, al contempo, grande collaborazione alla Polizia locale per garantire una movida tranquilla ad Avellino.

All’indomani dell’intervista rilasciata dal Comandante della Polizia municipale Michele Arvonio al nostro sito in cui ha confermato la «linea dura» dei caschi bianchi «contro i locali sprovvisti di licenza per i pubblici spettacoli», sui social network e in città, si è aperto il dibattito sulle regole dell’intrattenimento notturno e sul consumo di alcolici nei maggiori luoghi di aggregazione della città.

«Tutti devono attenersi alle leggi nazionali e comunali che vanno senza dubbio rispettate ed è giusto che vengano regolate tutte le attività commerciali, ma c’è bisogno di una certa sensibilità da parte di tutti e non di chiusura nei nostri confronti».

E’ il commento di Felice Caputo, titolare del «Tilt!», il locale di via Sellitto posto nei giorni scorsi sotto la lente di ingrandimento dei controlli di Polizia locale e Carabinieri.

«Avellino, oggi, è come la Salerno di 10 anni fa, con tanti locali che fanno proposte culturali interessantissime e che permettono agli avellinesi di non doversi mettere in auto per andare altrove a divertirsi nel fine settimana. La città non è solo il passeggio tranquillo di corso Vittorio Emanuele, ma tanti altri poli di aggregazione e socializzazione. Noi siamo disposti a metterci in regola perché la nostra idea è di continuare a fare intrattenimento per altre decine di anni – spiega Caputo – Ma limitare la somministrazione degli alcolici dopo la mezzanotte, ad esempio, rischia di metterci in ginocchio senza risolvere il problema della sicurezza in alcune zone della città. Bisogna scindere il binomio che divertimento comporti necessariamente insicurezza e degrado. Accanirsi sulle realtà che provano a fare cultura in città è sbagliato. Semmai bisognerebbe trovare insieme soluzioni condivise e una visione di lungo respiro per evitare che la movida si trasformi in qualcosa di violento e resti un sano divertimento».

«Il lavoro del comandante Arvonio non si discute e noi non possiamo che fornire la massima collaborazione. Come gestore di un locale non posso che esigere di essere in regola e che tutti rispettino la legge. Al contempo ci diano chiare indicazioni per permettere a tutti i gestori di attrezzarsi ed evitare sanzioni o chiusure che rischiano di mettere in ginocchio attività che offrono un sano intrattenimento di qualità alla cittàè il commento di Luca Caserta, animatore culturale del «Godot Art BistrotNon credo che queste restrizioni riducano la movida violenta e il degrado ad Avellino. Così si rischia semplicemente di desertifica Avellino, rendendola vuota e meno sicura, riducendo al contempo l’indotto che ha fatto della nostra città, in questi ultimi anni, un punto di riferimento per la provincia e non solo. C’è bisogno di cooperazione e regole chiare per tutti, che consentano a noi esercenti di continuare senza problema a programmare il nostro futuro».

«Il pubblico spettacolo è molto differente dall’intrattenimento che offrono molti locali ad Avellino. Sarebbe corretto chiarire questa cosa in modo da permettere a tutti gli esercenti di adeguarsi alla legge. Non basta rilasciare una licenza e poi rimettere al titolare del locale la semplice gestione della sua attività – spiega Yuri Capone, che da anni, insieme alla sorella Roberta, gestisce lo storico «Bar Tony», oggi conosciuto come “Why Not” – La tutela del locale e la sicurezza di tutti gli avventori deve essere fatta insieme alle Forze dell’Ordine che conoscono a fondo le leggi. Sarebbe giusto che tutti gli organi competenti si muovessero per tempo per garantire l’incolumità delle persone e il rispetto delle regole. I controlli devono, però, andare di pari passo con l’attività dell’esercente per tutelarlo e informarlo adeguatamente prima dell’investimento iniziale. È inutile arrivare alle multe e chiedere adeguamenti a giochi fatti».

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