40 minuti di passione separano Avellino dall’Eurolega, da una qualificazione che porterebbe per la prima volta nella sua storia una squadra di Avellino nel top dello sport del vecchio continente. La Scandone, al momento, è tra le più belle e floride realtà del panorama sportivo nazionale e non solo. La famiglia Ercolino ha dimostrato una volta per tutte che la voglia di fare, il rispettare gli impegni e il mantenere le promesse sono elementi sufficienti per fare bene anche al Sud, dove spesso e volentieri imprenditori più facoltosi e blasonati rinunciano ad investire per paura di dover fare i conti con i soliti fantasmi e i soliti luoghi comuni. Quattro quarti, intensi, bellissimi, appassionanti, decideranno se già domani l’Irpinia potrà far festa per un traguardo inimmaginabile, il punto massimo della storia dello sport della provincia. Attenzione, nel basket come nella vita nulla è scontato: per raggiungere la cima della montagna è necessario il supporto e l’impegno di tutti, dal pubblico alle istituzioni. Non bisogna dimenticare, inoltre che l’Eurolega ha un regolamento solido e durissimo, che non ammette repliche e non fa sconti a nessuno. Senza infrastrutture, infatti, Avellino non potrà ospitare il massimo torneo continentale di pallacanestro. Una beffa enorme, un danno sociale ed economico che costringerebbe i tifosi irpini a seguire i propri beniamini negli impianti di Roma o Caserta e che comporterebbe una perdita non indifferente sia a livello economico che di entusiamo. Come ha sempre saggiamente ricordato Matteo Boniciolli bisogna cavalcare l’onda, sfruttare il momento per fidelizzare nuovi tifosi, costruire un movimento cestistico irpino dal basso, partendo dal potenziamento dei settori giovanili e dal supporto alle squadre minori, e al contempo soddisfare tutti i criteri e mettere in piedi tutto il necessario per far assestare la Scandone ad un livello medio-alto nel panorama nazionale e non solo. Capo d’Orlando, in questo senso, può rappresentare l’ultimo scoglio prima di tuffarsi in un’ estate appassionante e di lavoro. “Nulla è ancora deciso – frena Gianluca De Gennaro – ci siamo portati in vantaggio 2 a 0 nella serie ma non dobbiamo mollare proprio ora. Ormai conosciamo bene il nostro avversario, ma dobbiamo continuare a migliorare per riuscire a sfruttare al meglio ogni singolo momento”. “Siamo una grandissima squadra – continua il gigante Marcus Campbell – supportata da un pubblico fantastico, che mi ha conquistato, e non siamo per nulla stanchi, vista la qualità e la profondità della nostra panchina. Dobbiamo solo pensare a battere Capo d’Orlando prima possibile e poi concentrarci sul prossimo avversario. Che sia Cantù o Roma non importa: il nostro destino è nelle nostre mani”.
(giu.mat)