Avellino, battaglia infinita: Taccone sfida il Tar per riprendersi la B

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di Claudio De Vito – Chi crede che la bagarre del calcio italiano si sia placata ieri con la conferma della Serie B a 19 squadre si sbaglia di grosso. Il caos infatti va avanti e dentro c’è anche l’Avellino di Walter Taccone, diventato paradossalmente il club con più possibilità di disputare la cadetteria tra le varie ricorrenti che non si sono arrese davanti alle controverse pronunce del Collegio di Garanzia dello Sport del Coni.

Ma andiamo con ordine. Dopo aver differito di quattro giorni le sue decisioni, il Collegio presieduto da Franco Frattini ha sostanzialmente fatto sapere alle ricorrenti di dover ricercare giustizia attraverso i gradi endofederali. Inammissibili infatti i ricorsi di Ternana e Pro Vercelli su format e calendario e, peggio ancora, improcedibili quelli inoltrati dai due club affiancati dal Siena per l’annullamento della modifica dei criteri di ripescaggio stabilita dal Tribunale Federale Nazionale e confermata dalla Corte Federale d’Appello.

E proprio al TFN ci è andato il Catania, unica tra le ripescabili (le altre due sono il Novara e il Siena) ad aver spostato il proprio pool di legali dal Foro Italico a via Campania in Roma per l’udienza fissata oggi alle 14. Il club etneo chiederà il ripristino della B a 22 perorando anche la causa di Novara e Siena che restano alla finestra. Tre ore prima nella stessa sede invece si celebrerà finalmente il processo sportivo sul caso plusvalenze che vede coinvolti Chievo e Cesena: a carico di ognuno la Procura Federale ribadirà le richieste di 15 punti di penalizzazione.

Al dibattimento interverrà come interessata la Virtus Entella, la quale chiede che l’oramai fallito Cesena sconti la penalizzazione nella stagione 2017/2018 in modo da ottenere la riammissione al torneo cadetto. Un interesse che il club ligure tutelerà anche il 19 settembre presso il Collegio di Garanzia del Coni al quale ha inoltrato ricorso. Dunque un ulteriore elemento di instabilità per la Serie B che però domani dovrà fare i conti con le velleità di Walter Taccone davanti al Tar Lazio (dove si presenteranno nella stessa giornata anche Como e Santarcangelo per il ripescaggio in C).

Alla camera di consiglio collegiale in via Flaminia, gli avvocati Lorenzo Lentini ed Eduardo Chiacchio (quest’ultimo impegnato già oggi a Roma in difesa del Catania e venerdì del Cosenza per la vicenda del rinvio della gara con il Verona) punteranno ad ottenere la rivincita sul giudice amministrativo che il 7 agosto rigettò l’istanza cautelare condannando la società biancoverde a salutare la Serie B con lo svincolo d’autorità di tutto il parco calciatori. Allora, al termine di un acceso contraddittorio alla presenza dei legali Figc, Coni, Lega B e Ternana, il giudice monocratico Giampiero Lo Presti non entrò nel merito della questione, cosa che invece farà domani sulla base di nuove memorie prodotte dalla difesa del club di Taccone.

Il nuovo dominante elemento che sarà portato in udienza sarà la disparità di trattamento per la verità già menzionata nell’articolato ricorso dello studio Lentini, ma arricchita dalla condotta della Figc attraverso il comunicato 59 del 30 agosto sul caso Finworld. Il ragionamento dell’Avellino è semplice: 29 giorni di tempo concessi a 12 società per sostituire una fideiussione e soltanto 2 a me per rimpiazzare la polizza Onix Asigurari?

Qualcuno ha già obiettato che Palermo, Lecce e compagnia avevano presentato al 30 giugno una garanzia valida (non più dopo l’inibizione di Finworld datata 11 luglio) e che al contrario l’Avellino ne avesse allegata all’iscrizione una non conforme ai parametri del dettato federale. Ma se la normativa concede alle società un termine per sanare le carenze a prescindere dalla bontà o meno della fideiussione appunto riparabile, perché porre in essere questo trattamento temporale differenziato? E’ il principio, alimentato dal comunicato Figc del 30 luglio, che anima la battaglia legale di Taccone. Il Tar è l’ultima spiaggia per la B, dopodiché si avanzerà al Consiglio di Stato ed eventualmente al Tas di Losanna per la richiesta risarcitoria plurimilionaria con azioni penali sullo sfondo.

Intanto però ciò che sembrava utopia, ora lo è certamente meno. Nessuna illusione, ma ora sono di più i tifosi che credono alla riabilitazione. In un calcio italiano che dà i numeri, guai ad escludere ogni scenario compreso la B a 20 con l’Avellino (o a 23 se il TFN dovesse dare ragione a Catania, Novara e Siena). Dal 7 agosto l’Unione Sportiva è un vulcano in stato di quiescenza pronto ad eruttare una nuova programmazione sportiva. In tal senso Walter Taccone, il direttore sportivo Vincenzo De Vito ed altri collaboratori della proprietà si sono mossi per non farsi trovare impreparati. Michele Marcolini tornerebbe in panchina e inoltre alcuni tecnici per il settore giovanile sarebbero stati allertati.

La restituzione della B però spaccherebbe letteralmente un ambiente già profondamente segnato dalle vicende dell’estate. Avellino infatti si ritroverebbe con due società in casa, ma anche in tal senso nulla è da escludere. Walter Taccone, che un secondo dopo l’eventuale riammissione cederebbe la società al duo Preziosi-Marinelli (non è escluso però il coinvolgimento di altri imprenditori locali come D’Agostino e Matarazzo) e riporterebbe il logo storico dalla parte del vecchio sodalizio, potrebbe proporre una sorta di fusione al Calcio Avellino in modo da compattare la tifoseria sotto un’unica insegna. Scenario però tutto da verificare nell’ottica di un assetto societario troppo complesso e perché Gianandrea De Cesare potrebbe preferire continuare lungo il percorso tracciato con la sua SSD. Dilemmi e incognite affollano i pensieri del tifoso avellinese alla vigilia dell’ennesimo giorno del giudizio.