Avellino, la C non aspetta la crisi: i baby del vivaio per ripartire

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di Claudio De Vito – Adesso l’imperativo è ripartire subito sul campo. Troppo ristretti i tempi sportivi per indugiare. L’Avellino va di fretta per dare un segnale di normalità pur in piena bufera. Resta la spada di Damocle dei tribunali, ma un minimo di operatività il club biancoverde è in grado di averla. Anzi deve, altrimenti si materializza il baratro.

Ecco allora che si sta lavorando sottotraccia per la convocazione di quanti più elementi per il raduno. Difficilmente sarà fissato entro questa settimana. Si andrà probabilmente all’inizio della prossima. La sede, già individuata da tempo nell’ambito del piano di emergenza, sarà Mercogliano al Green Park Hotel con allenamenti al Partenio-Lombardi restituito dall’Universiade.

Il regista dietro le quinte di tutta l’organizzazione è il team manager Christian Vecchia il quale, in assenza di un direttore sportivo e di altre figure dirigenziali operative, starebbe contattando tutti i calciatori della Juniores sotto contratto. Il gruppo di Dario Rocco come risorsa in casa propria. La forza del vivaio in un momento di forte debolezza.

A Fabiano Parisi e Tommaso Carbonelli, under della prima squadra nel torneo di Serie D, si aggiungeranno tredici baby. Pizzella, Pone, Mirabile, Caputo, Saporito, Pecorella, Landolfi, Cuomo, Corcione, Pisano, Migliaccio, Falco e Maiello. Un gruppo a maggioranza 2001, con tre 2002 e altrettanti 2000: la maggior parte destinata inizialmente in prestito in D. L’Avellino ai nastri di partenza della stagione 2019/2020 invece si farà con loro.

E anche con qualche calciatore più esperto. In attesa di una chiamata infatti ci sono Santiago Morero, Matteo Gerbaudo, Filippo Capitanio, Nicola Ciotola e Kelvin Matute. Loro dovrebbero accettare la proposta di Gianandrea De Cesare. E con loro in aggiunta ai più giovani si partirebbe con una base di venti calciatori. In seguito si provvederà a puntellare l’organico con nuovi innesti.

Ad allenarli dovrebbe essere Giovanni Bucaro che dovrebbe accettare di proseguire, o meglio di riprendere da dove aveva lasciato, insieme al direttore sportivo Carlo Musa. Entrambi tornerebbero a lavorare in un clima surreale, ma alla guida di un gruppo di calciatori già conosciuto.

Quanto basterebbe per assicurare la sopravvivenza ma non per placare la contestazione come ribadito proprio questa mattina dalla Curva Sud. Mandare una squadra in campo ad allenarsi sarebbe un segnale non da poco con gli occhi della Lega Pro e della Figc addosso. Si decollerebbe con ampio ritardo. Priorità assoluta al fronte tecnico-organizzativo: seppur a fatica, l’Avellino getta le basi della ripartenza.