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Avellino – Arredo urbano al corso, Rossano: “Davvero sconcertante”

“La vicenda dell’arredo urbano del Corso presenta aspetti davvero sconcertanti relativamente all’iter seguito dall’Amministrazione Comunale di Avellino. Vedendo planare sulla pista di atterraggio del Corso – perché altro non si era realizzato con l’iniziale progetto – i dischi metallici dei gazebo, che atterrano numerosi nei posti più disparati, forse su indicazione di qualche solerte assessore o del primo cittadino, mi son chiesto se il progetto avesse mai ricevuto il parere positivo della Soprintendenza”. Così, in una nota, l’architetto Claudio Rossano. “La collocazione dei gazebo – continua – incide infatti fortemente sulla lettura dei prospetti dei fabbricati, alcuni dei quali con valenza storica e con vincolo di facciata. Un gazebo è stato addirittura collocato dinanzi allo storico prospetto della Villa Comunale, un tempo “Real Orto Botanico”. E poiché sono solito documentarmi sulle cose che dico, mi sono portato presso quegli uffici dove mi è stato detto che la pratica è ancora in corso di approvazione e che per il momento non vi è alcun parere espresso. Il fatto è di una gravità estrema anche perché il Corso di Avellino ha una sua forte valenza architettonica, sempre evidenziata dalla Sovrintendenza che ha imposto alcuni caratteri nella ricostruzione della principale strada della città; ad esempio gli infissi dei fabbricati devono essere realizzati in legno e le ringhiere dei balconi in quadrello di ferro a disegno semplice. In linea con tali principi tendenti a rispettare le caratteristiche storiche ed ambientali, davvero non comprenderei un parere positivo dato su elementi architettonici di arredo realizzati in acciaio inox. Del resto la stessa Amministrazione Comunale di Avellino nel suo Regolamento Urbanistico Edilizio RUEC evidenzia (art. 2.18.1) come nella realizzazione dei gazebo debba essere escluso l’utilizzo dell’alluminio anodizzato, materiale che ha caratteristiche consimili all’acciaio inox utilizzato. Del resto il regolamento prevede che “i chioschi e le edicole devono essere realizzati esclusivamente utilizzando come materiali: legno, ferro, ghisa, vetro.” Sempre tale articolo dice che l’altezza dei gazebo non può essere superiore a 3,00 ml. ( I gazebo installati dinanzi ai bar hanno altezza superiore a 3,50 ml. come potranno agevolmente constatare gli uffici tecnici comunali ed il comando dei Vigili Urbani, a cui è segnalato l’ipotetico abuso.) Mi chiedo problematicamente cosa sarebbe successo ad un privato cittadino se avesse realizzato un gazebo non conforme a quanto previsto dal Regolamento Edilizio Comunale. Cosa avverrà se la Soprintendenza non dovesse dare il suo parere positivo al progetto, che ben prima di essere messo in appalto aveva bisogno di tale necessario parere? Ma in verità credo che nulla avverrà … Copia della presente nota è trasmessa per conoscenza alla Direzione Centrale dei Beni Culturali e al Soprintendente dei Beni Architettonici e Paesaggistici di Salerno e Avellino dott. Gennaro Miccio, che in una sua recente nota aveva giustamente rilevato che il nuovo arredo urbano doveva essere una importante occasione per rivedere gli scempi fatti in trenta anni di ricostruzione. Anche la Soprintendenza dovrebbe fare perciò la sua parte. Se nel frattempo l’Amministrazione Comunale ha ricevuto il dovuto parere voglia il Sindaco cortesemente indicarne gli estremi”.

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