di Claudio De Vito – Un’umiliazione troppo amara da digerire. L’Avellino incassa la lezione del Trastevere e la dura contestazione dei tifosi. Società, squadra e allenatore: tutti nel calderone con patron De Cesare chiamato in causa della Curva Sud. Gli applausi invece se li è presi l’avversario uscito dal campo inondato dal fair play del pubblico biancoverde, troppo deluso ma al tempo stesso educato nell’omaggiare la capolista.
“Mi scuso per il risultato di oggi, la responsabilità di questo risultato è soltanto mia”. Anche Archimede Graziani è suonato come il suo Avellino. Dagli spalti del Partenio-Lombardi per lui è piovuta una contestazione ancora più feroce. Morbida invece la linea della società che lascerà l’allenatore al suo posto e per il momento preferisce la linea del silenzio.
“Capisco bene il momento attuale ma il mio obiettivo è capire cosa è successo oggi – ha affermato il tecnico biancoverde – le mie valutazioni le faccio solo su questa prestazione. So cosa vuol dire fare l’allenatore e non credo che qui sia diverso allenare. L’allenatore si comporta ovunque allo stesso modo. Le pressioni fanno parte di Avellino”.
Ma servirà un Avellino diverso anche attraverso il mercato. “Io alleno, vi ripeto che il resto non è di mia competenza – ha tuonato Graziani che ha già il suo bel da fare in campo – non mi chiedete più di parlare di mercato. Non dovete farle a me certe domande”. Saranno poste al direttore sportivo Carlo Musa che prenderà la parola martedì in conferenza stampa. Intanto però l’ambiente è una polveriera per una figuraccia indelebile.