Autostrade: sei Procure indagano su manutenzioni 2015-2020. Napoli sequestra atti Tangenziale

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La Procura di Napoli ha deciso di aprire un fascicolo sulla tangenziale di Capodichino, anche alla luce di quanto avvenne lo scorso anno. Nell’autunno del 2019, infatti, ci fu lo stop alla circolazione al viadotto Capodichino che provocò ingorghi e file chilometriche anche al centro di Napoli. Oggi emerge che ci sono ben sei Procure (tra cui quella partenopea) ad aver acceso i riflettori su rampe di accesso alle varie aree metropolitane.

Secondo l’agenzia di stampa Ansa, la Polizia stradale, per conto della Procura di Napoli, lo scorso 12 marzo ha sequestrato presso la società Tangenziale di Napoli documentazione progettuale, relazioni interne e atti relativi ai viadotti “Capodichino” e “Arena Sant’Antonio”. Il verbale di sequestro, visionato dall’Ansa, è tra gli atti depositati dalla Società Tangenziale di Napoli nell’ambito di un ricorso depositato al Tar Lazio da un attivista abruzzese, sul diniego opposto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ad un accesso agli atti.

Per il viadotto Capodichino tra i 16 documenti posti sotto sequestro risultano: gli esiti di vari sopralluoghi del Mit svolti l’8 luglio 2019, il 18 ottobre 2019 e 12 e 13 novembre 2019; i rapporti di ispezione di Spea e dell’Istituto Italiano Saldature; 8 verbali per lavori di somma urgenza; relazione di transitabilità del 10 novembre 2019; le relazioni e i verbali sui lavori svolti e il collaudo.

Per il viadotto Arena Sant’Antonio sono stati sequestrati 14 documenti: verifica della soletta di transizione e allegati sullo stato di degrado, verbale di lavori di somma urgenza e relativo certificato di ultimazione dei lavori; relazione sui materiali e allegato A sulle prove dei materiali; prove di carico; relazione di calcolo della sicurezza, verifica della transitabilità. Il viadotto Capodichino era stato al centro di polemiche relative allo stato di manutenzione, poi oggetto di interventi a fine 2019 e di una prova di carico a febbraio 2020.

Le inchieste sono state condotte durante il lockdown. In questi mesi non si è mossa solo la Procura di Napoli. Sono sei Procure al lavoro sui piani di manutenzione delle società concessionarie Strada dei Parchi, Autostrade per l’Italia e, per l’appunto, Tangenziale di Napoli. Ricordiamo anche il lavoro di questi anni della Procura di Avellino, con Cantelmo e D’Onofrio.

E’ quanto si legge in una nota del dirigente del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Placido Migliorino, inviata lo scorso 12 febbraio ad Augusto De Sanctis, attivista abruzzese, nell’ambito di un contenzioso su un accesso agli atti. Nella missiva il dirigente ministeriale, per quanto riguarda i piani di manutenzioni per gli anni 2015-2020 parla di “inadempienze” e di “procedimenti sanzionatori”. L’accesso agli atti in questione riguardava lo stato dei viadotti e delle gallerie. L’attivista abruzzese il prossimo 20 luglio si confronterà davanti al Tar Lazio con il MIT e cinque concessionari: Aspi, Strada dei Parchi, Tangenziale di Napoli, Società Autostrade Meridionali.

Il ricorso chiede l’annullamento del diniego opposto dal ministero all’ostensione degli atti richiesti in base al disegno legislativo 33/2013 sulla trasparenza, il cosiddetto Foia italiano.