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Autonomia Differenziata, De Luca: non difendiamo solo il Mezzogiorno ma l’Italia intera

LAURO- “Difendere le ragioni del Mezzogiorno vuol dire difendere le ragioni dell’Italia. Questa è la nostra battaglia, quella dell’unità nazionale, del tricolore che abbiamo sventolato nella notte dell’approvazione in Parlamento della riforma mentre tra i banchi della maggioranza di sventolavano i Leoni di San Marco e altri vessilli regionali”. E’ cosi’ che Piero De Luca, parlamentare del Partito Democratico, ricordando anche la battaglia in aula del giugno scorso ha voluto chiarire che la mobilitazione di queste settimane per promuovere un referendum contro la riforma approvata dal centrodestra, denominata “Spacca Italia”, non e’ una guerra tra Nord e Sud. Anzi e’ anche a favore del Nord, per difendere la coesione nazionale. Il parlamentare democrat ha chiuso con il suo intervento il confronto promosso dalla dirigente del Partito Democratico Roberta Santaniello a Lauro. In Piazza Pandola si sono ritrovati esponenti dei partiti che sostengono il referendum, associazioni, sindacati e cittadini che sono stati protagonisti della prima parte di questa mobilitazione nazionale. De Luca infatti ha ricordato che, quando arriverà il via libera al quesito referendario ci sarà un’altra sfida: portare la gente a votare. “Se non c’è il Sud non c’è l’Italia- ha spiegato il parlamentare Pd- questo se lo mettessero in testa. Ed è quello che il PD con le altre forze che stanno coordinando il Comitato per la battaglia referendaria, sta portando avanti insieme a forze dell’associazionismo, del civismo e insieme ai sindacati”. Sono i protagonisti di questo dibattito che rientra nella mobilitazione in tutta l’Irpinia ad alternarsi per gli interventi sulla battaglia in corso. A partire dalla stessa esponente democrat Roberta Santaniello, che ha aperto il dibattito con i saluti, mettendo proprio in evidenza che quella di ieri sera a Lauro non è stata un’iniziativa di partito ma “un’iniziativa di partito, ma era una iniziativa, diciamo di più soggetti politici istituzionali che hanno deciso di abbracciare la stessa battaglia. Probabilmente perché questa è la vera prima battaglia che ci vede insieme per difendere il Sud d’Italia, quando noi diciamo Sud , dobbiamo particolarmente pensare a queste comunità, questi territori, che già sono terre di cerniera, zone periferiche e che quindi vivono già di loro una estrema difficoltà. Diventa quindi una una specie di insegnamento, di scuola, per poi diffonderlo attraverso i tanti consiglieri comunali che sono qui presenti tanti sindaci nelle singole famiglie di ogni singolo comune, per poter vincere insieme questa battaglia”. A portare i suoi saluti anche Francesco Napolitano, che coordina il Comitato referendario Mandamentale. Il segretario generale della Cgil Franco Fiordellisi, tra i piu’ impegnati nella mobilitazione per raccogliere le firme in giro per l’Irpinia, ha voluto chiudere il suo intervento, nel quale ha riferito una serie di dati significativi dei danni che provochera’ l’ Autonomia Differenziata, facendo riferimento a cosa potrebbe accadere nel campo della ricerca tecnologica qualora ogni Regione chiedesse al Governo la devoluzione della competenza: “in un contesto in cui la Germania rallenta, e’ follia immaginare di poter stare con la ricerca e l’innovazione all’interno di un contesto internazionale che chiede praticamente di affrontare delle transizioni straordinarie sul digitale, sull’ambiente, sull’industria complessivamente intesa con uno Stato frantumato in 21 regioni e poi tentare di stare degnamente, economicamente, socialmente in un percorso diciamo così mondiale. Anche per queste ragioni, siamo contro. Per Alfredo Cucciniello delle Acli, che da due anni ha ricordato portano avanti la battaglia prima contro quello che era il ‘decreto Calderoli” da giugno ormai “riforma”, non certo ci ha tenuto a sottolineare per un fatto ideologico ma “scientifico”, esiste ” un attacco preciso alla Costituzione, quindi torniamo alla costituzione via Maestra, che secondo noi ha dei principi che non possono essere in alcun modo modificati. Questa legge va ad incidere soprattutto sui principi sanciti dall’articolo 3, secondo il quale l’unità del Paese deve essere garantita sempre. Il principio dell’Autonomia viene scambiato come possibilità di fare quello che si vuole mentre senza solidarietà, senza sussidiarietà, senza superamento delle disuguaglianze, l’autonomia non esiste è un’altra”. Per il segretario provinciale di Sinistra Italiana, Roberto Montefusco: credo che dal Mezzogiorno sia necessaria una grande battaglia civile e democratica di resistenza, credo che la spinta popolare verso questo referendum sia decisiva sia determinante e penso che il referendum poi si possa vincere”. Per Nello Pizza, segretario provinciale del Partito Democratico quella approvata dal Parlamento non è una riforma che “Spacca l’Italia” ma la “frantuma”. Per questo motivo e’ necessario, nonostante le più di settecentomila firme raccolte, continuare a spingere per mettere di fronte ad una ferma volontà popolare il Governo. Tocca al consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle evidenziare come alla luce della battaglia per l’Unita’ d’Italia combattuta anche da tanti giovani del Sud la riforma assuma anche un carattere “antistorico”. Perché “e’ una riforma che si basa sull’egoismo, che è il contrario di quel principio di solidarieta’ che dovrebbe vigere in uno stato. Noi abbiamo la Comunità Europea che ha dato più soldi col PNRR proprio perché uno degli obiettivi era quello di colmare il gapz la differenza tra nord e sud. Questo invece la aumenta e quindi rendete conto che in questo contesto noi dobbiamo mandare un messaggio forte. Quindi è una firma per il nostro presente e soprattutto per il futuro dei nostri figli”. Per spiegare quante contraddizioni ci siano su questi temi da parte del Governo Meloni, il consigliere regionale PD Maurizio Petracca sceglie una vicenda proprio legata all’Irpinia. Quella della Stazione Hirpinia. “Il governo immagina di creare 21 stati e nel contempo, mentre propone questa scelta appunto dell’Autonomia differenziata, dove ogni singola regione dovrebbe gestire 20 materie in totale autonomia, centralizza tutto. Non esiste un Governo come quello di oggi nella storia d’Italia che ha centralizzato tante risorse come accadde oggi. Vedete, la vicenda è un po’ lontana da qui, però parliamo di Irpinia e dobbiamo abituarci a parlare di Irpinia in ogni pezzo del nostro territorio. La vicenda è quella della Stazione Hirpinia dell’Alta Capacità e dell’Alta velocità. E’ l’emblema di questo Governo. Per mesi si è discusso delle risorse per questa Stazione. Ebbene questa dibattito,.che è durato a lungo e non è slegato alla vicenda dell’Autonomia differenziata, dopo un anno circa si è chiuso dicendo che questa piattaforma doveva essere finanziata sulle risorse del Piano Nazionale di ripresa e resilienza, ora nessuno ha capito almeno questo è non per come dire trovare i colpevoli, ma ai più sfugge diciamo così per usare un eufemismo che avendo definanziato dal Piano Nazionale di Riprese e Resilienza quell’opera, quei soldi, ovvero 120 milioni di euro per realizzare la piattaforma logistica sono stati tolti alla Regione Campania, perché quei soldi sono stati finanziati con i fondi fesr, il fondo europeo di sviluppo regionale”. Nel suo intervento di chiusura Piero De Luca ha tuonato contro gli esponenti del centrodestra, anche a livello istituzionale nel Mezzogiorno, che a parole mostrano dubbi sulla riforma: dovranno pure venire qua gli esponenti centrodestra, prima o poi ci sono rappresentanti del territorio: ma con quale coraggio si presentano da noi? Con quale coraggio poi il Presidente della Regione Calabria Occhiuto dice: no, ma io non sono d’accordo, vediamo bene, attenzione ai Lep (livelli essenziali di prestazione). Se non sei d’accordo, chiedi alla tua forza politica di non votare questa riforma in Parlamento, di tornare indietro. Le lacrime di coccodrillo non ci servono. Le prese in giro dell’opinione pubblica del Mezzogiorno sono ancora più gravi della riforma”. Infine l’invito alla mobilitazione:”Sono tante le ragioni per dire no alla Riforma- spiega De Luca- quello che non possiamo permettere davvero è l’idea che per un patto di governo, per un patto di potere questa destra, questa maggioranza possa mettere a rischio l’unità e la questione Nazionale. Allora io vi chiedo davvero lo sforzo di mobilitazione, ma di divulgazione anche di questi temi, di cui dovremmo ancora discutere da qui ai prossimi mesi, perché diventino davvero di opinione pubblica e comune. Il rischio reale per il Mezzogiorno, per il Sud ma anche per il nord del paese. Noi continueremo con questa forte mobilitazione popolarez non ci fermeremo con la raccolta firme e andremo avanti, avremo una grande stagione di difesa del Paese. Saremo a difesa del Tricolore, a difesa dell’Italia, difesa dell’Unità Nazionale

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