Avellino – Crisi in Provincia, asse Ds-Margherita, elezioni amministrative, sviluppo: la Quercia riflette sulle ragioni del ‘fallimento’, un “… fallimento strategico – precisa Lucio Fierro – che ha lasciato prevalere la lotta per l’egemonia piuttosto che la costruzione di un programma di governo comune”. Al Samantha Della Porta, Michele D’Ambrosio, Alberta De Simone, Angelo Giusto, Raffaele Aurisicchio, Lucio Fierro, Ivo Capone, Giancarlo Giordano, Mimma Lomazzo, Roberto Montefusco, Carillo, Sinibaldo Di Paola, Roberto Ziccardi, Peppino Di Iorio, etc. Un dibattito che non ha risparmiato nessuno, compreso i Ds. “Nei momenti di crisi la politica dovrebbe costruire orizzonti, non utopie – continua Fierro – Il centrosinistra ha questo compito. L’on. Aurisicchio, eletto alla Camera, ha questo compito. Nonostante ciò non ha la solidarietà politica. Abbiamo pensato che in questa provincia la destra non esistesse. Che la partita fosse tra noi e la Margherita. L’errore è stato nostro. Finora abbiamo combattuto una battaglia sul terreno del partito Popolare prima e della Margherita poi, scegliendo di disarmarci. La stessa cosa è avvenuta a Palazzo Caracciolo dove si sono concentrate le tensioni, dove ognuno notifica la propria posizione a discapito del confronto”. Più soft l’intervento del nuovo inquilino del Parlamento, il deputato Aurisicchio, che invita le forze politiche ad un atteggiamento responsabile che punti a ricercare una soluzione definitiva. “L’atteggiamento dei Ds – ha affermato – è un atteggiamento di continuità: un partito che non solo non intende acuire la situazione già delicata ma è teso a riconfermare la propria disponibilità al confronto e al chiarimento. Si deve andare in Consiglio, scenario in cui ogni partito dovrà esplicitare la propria posizione”. Un passaggio, quello relativo all’assise provinciale, che non presuppone sbocchi scontati. “E’ nostro compito garantire assetti stabili, mettere l’Ente Provincia in condizione di poter lavorare. Questa crisi non può continuare all’infinito. È necessario assicurare il cambiamento delle politiche e degli atteggiamenti”. Una affermazione che investe anche le elezioni amministrative per spostarsi poi alla questione relativa alle indennità Asa. Chiara la condanna rispetto ad una decisione poco condivisa e per cui, come lo stesso Aurisicchio sottolinea, “… non siamo mai stati chiamati in causa”. Una crisi dura da arginare, quella di Palazzo Caracciolo, che non trova la via della discussione… “quando un gruppo dirigente viene assediato perché il vecchio impedisce al nuovo di nascere”. Due, secondo Angelo Giusto, le cause della spaccatura: “Una interna di chi pensava di distruggere il gruppo dirigente perché a Napoli si era deciso così; l’altra circoscritta all’Ente Provincia dove si pensava di collocare al vertice un ‘pupazzo’, chiederle di andare a Roma e continuare a fare quello che si voleva. Qual è l’argomento del contendere? Probabilmente la decisione della presidente De Simone di utilizzare i fondi Fas per l’emergenza scuola, di aprire un’Università… senza il permesso dell’uomo di Nusco”. Una incidenza, quella del vertice della Margherita, che sembra essere stata fortemente sentita non solo nelle grandi città della politica ma anche nel piccolo paese di Giusto. “In quel comune si è consumata una aggressione. De Mita oggi guida Alleanza Nazionale, Forza Italia e Udc mentre Giusto non ha fatto nessuna operazione di Milazzo. Ha solo cercato di difendere il suo partito”. Il parallelismo Comune-Provincia diventa semplice quando a prendere la parola è l’assessore Giancarlo Giordano. “Se le sofferenze causate dal binomio Margherita Ds sono in Provincia più acute, al Comune sono più sedate ‘per volontà’”. Un Giordano che pur “… distante dalla De Simone per percorsi politici di stampo nazionale” vede in lei la propria rappresentante istituzionale. “Quando la De Simone viene attaccata mi sento attaccato anche io. Di fronte a forzature politiche un partito non si divide ma discute, ragiona insieme per raggiungere un minimo comune denominatore: la difesa dei contenuti amministrativi. Si parla di metodo, di merito ma l’obiettivo non è quello di rompere l’alleanza. Unità sì… ma senza ulteriori compromessi”. A concludere il lungo confronto, la presidente De Simone che ribadisce la propria volontà di discutere della situazione politico-amministrativa nel corso della prossima assise di Palazzo Caracciolo. (di Marianna Morante)
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