Terrore a Londra, la testimonianza di un’irpina: “La paura non deve impedirci di vivere”

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Pasquale Manganiello – Dodici anni dopo l’attacco dei kamikaze islamici nel metrò di Londra, ed esattamente un anno dopo gli attentati all’aeroporto e alla metropolitana di Bruxelles, il terrorismo torna a colpire sotto il Big Ben.

Un’auto ha investito una dozzina di passanti sul ponte di Westminster, a pochi metri dalla torre dell’orologio che sormonta il Parlamento britannico. Poi un uomo è sceso dalla vettura e si è avventato contro gli agenti in servizio all’esterno della Camera dei Comuni.

Secondo la Polizia inglese l’assalitore ha agito da solo: il bilancio è di quattro morti, tra cui lo stesso unico aggressore, l’agente accoltellato e una donna. Dalla polizia, nessun dettaglio sulla quarta vittima. Venti i feriti, alcuni in condizioni molto critiche. Al Consolato italiano al momento non risultano italiani coinvolti.

“Sono stare ore concitate – racconta ad Irpinianews l’irpina Nel Minichiello, originaria di Grottaminarda e residente a Londra – aziende, uffici, abitazioni nei pressi del Parlamento sono state interdette all’accesso perché nessuno era sicuro che l’attacco fosse cessato. E’ stata una giornata dura, triste e difficile per tutta la città.”

“Quanto accaduto è spaventoso e triste per le persone che hanno perso la vita. Stamane tutto è ricominciato a muoversi con la consueta spiccata caratteristica della City, quella di non fermarsi mai. Non possiamo lasciare che la paura ci impedisca di vivere la nostra vita.”

E sull’attacco kamikaze:

“Per quanto ne so l’attacco è stato effettuato da un individuo impazzito, un lone wolf, un lupo solitario, come già accaduto il 19 dicembre scorso al mercato di Natale a Berlino. Nessuno, però, deve farsi intimidire né piegare dal terrorismo.”