Atripalda – Eclatante operazione coordinata dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Avellino nel campo delle frodi e della contraffazione alimentare, in un contesto strategico di presenza sul territorio e di attenzione ai fenomeni di concorrenza sleale legati a pratiche fraudolente. A tutela delle esigenze dei cittadini in tema di sicurezza agro-alimentare, i finanzieri della Compagnia delle Fiamme Gialle di Avellino hanno dato avvio alla fase conclusiva di una complessa ed articolata serie di accertamenti sviluppati nel settore della produzione e della commercializzazione di vini recanti l’attestazione “D.o.c. – denominazione d’origine controllata”, “D.o.c.g. – denominazione d’origine controllata e garantita” ed “I.g.t. – indicazione geografica tipica”. Dopo dato inizio all’azione operativa con il sequestro di un modesto quantitativo (150 bottiglie) di vino esposte alla vendita in un piccolo supermercato di Atripalda (vitigno: Aglianico e Falanghina), sotto la direzione del capitano Salvatore Serra, i finanzieri hanno sviluppato in contemporanea una articolata operazione che ha interessato, oltre ad Avellino, alcune cittadine dell’hinterland napoletano (Nola, Saviano e Frattaminore) ed ha permesso di sottoporre a sequestro 13.222 bottiglie di vino (pari a circa 10.000 litri) riportanti etichette “D.o.c.”, “D.o.c.g.” ed “I.g.t.” contraffatte (in totale state sequestrate 264.435 etichette riportanti in maniera illecita le indicazioni di provenienza per vini di tipo Aglianico, Falaghina, Fiano, San Giovese). Nell’ambito dell’azione gli uomini della Finanza sono pervenuti all’individuazione delle ditte impegnate nella distribuzione del vino (una con sede a Saviano e l’altra in Frattaminore) e della societa’ che curava imbottigliamento e stampa delle indicazioni da apporre sulle bottiglie (con sede a Nola). In una sorta di lotta contro il tempo, analizzando con competenza e celerità la documentazione fiscale relativa alle bottiglie di vino sequestrate ad Atripalda, si e’ dato corso alle quattro perquisizioni locali presso le società di distribuzione e di imbottigliamento dei prodotti vitivinicoli: in una delle operazioni sviluppate in questo contesto, i finanzieri sono riusciti ad arrivare appena prima che i titolari della società, probabilmente allertati, facessero portare via le bottiglie, caricate su un camion a motore già acceso. Fatto ancor più allarmante e’ che la ditta individuata a Nola, dove le bottiglie venivano imbottigliate ed etichettate, e’ risultata priva di ogni autorizzazione sanitaria prevista. Veniva pertanto sottoposto a sequestro l’intero locale (esteso su una superficie di 150 metri quadri) unitamente alle apparecchiature utilizzate, una vera e propria catena di imbottigliamento: riempitore, tappatore ed etichettatore, 13 serbatoi in acciaio di varie capacità, contenitore per diossido di carbonio (e290), centrifuga, pompa elettrica per travaso-vini ed altri macchinari. veniva anche rinvenuto e sequestrato un quantitativo di 10.000 litri di vino sfuso (4.300 di bianco e 5.700 di rosso), pronto per essere imbottigliato ed immesso nel mercato. Gli accertamenti immediatamente esperiti consentivano di rilevare che le società controllate non risultavano iscritte presso le Camere di Commercio della regione Campania, all’albo degli imbottigliatori autorizzati ad apporre, in virtù di apposito decreto ministeriale, le indicazioni di qualità “D.o.c.”, “D.o.c.g.” ed “I.g.t.”: l’ignaro consumatore acquistava un vino che, seppur recante l’attestazione di provenienza, poteva al massimo essere qualificato, nella migliore delle ipotesi, come un semplice vino da tavola. L’attività di servizio si è conclusa con la segnalazione alla competente Autorità Giudiziaria, per frode nell’esercizio del commercio e contraffazione, di quattro soggetti: S.M., di anni 61, nato a Napoli e residente a Nola, B.C., di anni 41, nato e residente ad Atripalda, I.A., di anni 27, nato a Napoli e residente a Cicciano, V.L., di anni 25 nata a Napoli e residente a Frattaminore. Vista la delicatezza della materia e per evitare qualsiasi dubbio interpretativo circa l’effettiva illiceità nella commercializzazione dei vini, oggetto degli accertamenti, il Comando ha richiesto l’assistenza di due funzionari dell’ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari.