Aste Ok, l’ex cancelliera: “Mai visto Forte portare dolci in Tribunale. Le chiavi del bagno? Solo un’invenzione”

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AVELLINO – “Non ho mai visto portare dolci in cancelleria a Livia Forte e Armando Aprile, pure la storia delle chiavi del bagno e’ solo un’invenzione. Non conoscevo personalmente Forte e Aprile, non ho mai avuto rapporti anche perché mi infastidiva il comportamento arrogante di Aprile più che della Forte, ma e’ una mia valutazione personale”. E’ uno dei passaggi chiave della testimonianza resa in aula da una ex cancelliera dell’ufficio che si occupava delle aste presso il Tribunale di Avellino (dal 2017 al 2021) nell’udie za celebrata oggi davanti al collegio presieduto dal giudice Roberto Melone nel processo denominato Aste Ok. La teste, citata dalle difese di Antonio Barone (avvocati Claudio Botti, Caterina Migliaccio e Nicola D’Archi) e da quella di Livia Forte (avvocato Roberto Saccomanno) e Armando Aprile (avvocato Alberico Villani) ha risposto alle domande del pm antimafia Henry Jhon Woodcock e dei difensori chiarendo il meccanismo con cui venivano gestite le offerte per i procedimenti davanti al Tribunale di Avellino nella ormai famosa stanza 34 al terzo piano del Palazzo di Giustizia. “Forte e Aprile li ho solo conosciuti perché venivano e portavano le buste, solo conosciuti in udienza. Non ho mai avuto rapporti. In udienza si comportavano correttamente” ha spiegato l’ex funzionaria rispondendo alle domande del pm antimafia Woodckock che gli ha pure chiesto: “Ha mai avuto fastidio?” E alla risposta negativa della teste ha contestato un passaggio della sit (sommarie informazioni testimoniali) rese ai Carabinieri nel novembre del 2019. “Ho che mi davano fastidio. Venivano con un tipo di arroganza , in particolare Aprile, la Forte era piu’ tranquilla, che mi dava fastidio”. La teste ha anche spiegato perché ci fosse stata una richiesta di ottenere durante le udienze del venerdì, quelle dedicate alle aste, una vigilanza della Polizia e che non fosse esclusivamente riferito alla presenza di Aprile e della Forte.

Avevamo ordine di chiamare la Questura, per un accordo che risaliva al presidente Amodio e ogni volta che si presentavano le buste inviavo il fax alla Questura. In particolare alla Digos. Poi un giorno il presidente Beatrice mi ha comunicato che sarebbe stata utilizzata la vigilanza privata. A noi era stato imposto dal presidente Amodio. Aggiungo cbe abbiamo fatto diversi fax alla Digos per chiedere l’assistenza di un udienza per far attenzionare la loro presenza e di altri”. Per Woodcock questa circostanza avrebbe rappresentato una palese incongruenza con le dichiarazioni rese a sit. L’avvocato Saccomanno si è opposto perché come ha sottolineato: “non c’è nessuna incongruenza, riguardava questi signori e altri”. Perché lei se ha interloquito sa peeche hanno dato questa disposizione?ha incalzato la teste il pm antimafia.Forse c’erano stati dei precedenti. Non è normale che ogni volta che si fa udienza si chiama la Digos? E la testimone ha riferito: Non so di questo accordo. Ha confermato che Forte e Aprile “venivano quasi tutti i venerdì Se non tutti i venerdì, quasi”. Mi ricordo cbe erano più frequenti. Poi se ne è fatto tanto parlare . Sulla gestione delle udienze l’ex cancelliera ha risposto alle domande dei difensori di Barone e di Forte e Aprile. “A queste udienze quante procedure erano svolte?” gli ha chiesto l’avvocato Saccomanno: “In media erano 17 ma anche 20 o 22 al giorno. Dal 2019 in poi senza incanto. Mentre precedentemente erano distinte le udienze tra procedure senza incanto o con incanto, in giorni diversi. Queste udienze si svolgervano in un aula piccola erano sovraffollate. Abbiamo avuto anche udienze dove c’erano dieci o dodici buste”.

In merito alla circostanza se la Forte partecipasse a tutte le aste, cioè alle 17 o 18 aste o solo alcune? Qui la teste ha precisato: Da premettere che su 17 o 18 alcune andava deserte, su quelle dove c’era la busta spesso se le aggiudicava. Ma c’e’ stata qualche volta in cui non ha partecipato e non si e’ aggiudicata l’asta.

L’avvocato ha proseguito: ha riferito che li vedeva loschi ha mai avuto motivi di acredine specifici con Forte Livia? “No”..La difesa ha puntato anche a mettere in evidenza, come ha fatto il penalista Alberico Villank eventuali segnalazioni di turbativa o fatti emersi che avessero portato alla segnalazione e all’invio degli atti in Procura: “in udienza non sono mai avvenuti episodi che hanno portato a fare segnalazioni alla Procura”. Di particolare rilievo come è emerso dagli esami degli avvocati Nicola D’Archi e Caterina Migliaccio anche il sistema con cui si procedeva ad organizzare le aste. Per la difesa un punto importante in quanto, come ha raccontato l’ex cancelliera non era possibile prima dell’udienza conoscere ne’ il numero dei partecipanti alla singola asta, che di coloro che vi partecipavano se non il nome di chi aveva presentato la busta. “Le buste venivano depositate entro le 13 del giorno precedente da un soggetto a cui veniva rilasciata la notifica del deposito, sulla busta veniva apposto un ne di fantasia dallo stesso depositario, spesso anche per persona da nominare, per cui non sapevamo fino all’apertura per quale delle 17 o 18 procedure fosse destinata l’offerta”. Una circostanza che per la difesa avrebbe di fatto reso impossibile ai presunti autori delle turbativa, almeno per il periodo dal 2019 al 2021 di conoscere anticipatamente quante persone partecipassero alle singole procedure e assicurare che andassero deserte. In apertura dell’udienza depositata perizia sulle conversazioni e intercettazioni dalla consulente del Tribunale Cira D’Ardia. Si tratta degli elenchi di intercettazioni ambientali e telefoniche richieste sia da parte della Procura Distrettuale Antimafia di Napoli che dalle difese. La difesa di Formisano, l’avvocato Carlo Taormina ha rinnovato la richiesta di acquisire le trascrizioni di alcune intercettazioni che non sono state oggetto della perizia, nonostante fossero richiamate e contenute negli atti. L’avvocato Rosaria Vietri ha ricordato di aver chiesto la trascrizione di un progressivo di una conversazione del marzo 2019 che fa parte del brogliaccio ma non è stata trascritta. Anche il pm antimafia Henry Jhon Woodcock ha chiesto di poter procedere ad una serie di trascrizioni che riguardano Aprile Armando Pompeo, già avanzata e ha aggiunto anche captati sull utenza in uso a Forte Livia a cui si aggiunge anche una ulteriore richiesta relativa ad altri progressivi telefonici. La difesa dell’avvocato Barone, l’avvocato Caterina Migliaccio, ha chiesto alla luce del fatto che le intercettazioni e le trascrjzioni fossero note alla Procura, di non procedere alla trascrizione delle stesse, in quanto facevano. La richiesta rappresentando quelle che hanno dovuto fare integrazione era esteso al primo incarico per cui le nuove richieste di trascrizioni. Sulle nuove richieste una vera e propria opposizione che il pm antimafia “Sono certo che per l’intercettazione che riguarda Martino, Barone e Forte tra l altro non credo che il problema si ponga”. Al termine di una breve camera di consiglio il Tribunale ha deciso di accogliere
esclusivamente quelle per le intercettazioni dell’avvocato Villani e del pm antimafia del 27 aprile 2023. rigettare la richiesta di tutte le altre trascrizioni presentate in aula. Nessun teste della parte civile presente in aula, senza giustificazione alcuna per cui sono decaduti. In aula si tornerà il prossimo 22 settembre per continuare l’esame della lista testi della difesa di Antonio Barone.