Aste Ok, la verità di Genovese: nessun mandato da Pasquale Galdieri

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AVELLINO- “Non ci fu nessun mandato da parte di Pasquale Galdieri per occuparmi dell’asta di Nino Sanseverino, sono stato io a parlargliene”. Damiano Genovese “smentisce” il patto sulle aste e quella fornisce una lettura diversa della captazione ambientale avvenuta nel dicembre del 2018, quella che ha dato origine all’inchiesta Aste OK. Una lunga serie di dichiarazioni spontanee quelle che Genovese ha reso poco fa davanti al Tribunale di Avellino presieduto dal giudice Roberto Melone, al termine del controesame dei suoi difensori (gli avvocati Gaetano Aufiero e Gerardo Santamaria) dall’imputato.

NESSUN MANDATO DA GALDIERI

“Se andiamo a prendere le intercettazioni integrali, non capisco perché non lo dica il maresciallo, in quel periodo tramite un mio amico avvocato ero stato contattato da Nino Sanseverino, essendo vicini di casa a Baiano, gli chiese di parlare con me. Più volte. Ed effettivamente l’ho incontrato, questa interlocuzione telematica e’ agli atti. Lui mi ha chiesto perché mi cercava Mi risponde per una questione di asta ad un suo nipote e mi rivela: sono venute due persone che hanno preso 25mila euro a mio nipote. Se puoi intervenire presso la signora Livia Forte che è tua parente per fare in modo che non gli consegni ulteriori diecimila euro. Sanseverino parla con ne sapendo che la signora Livia Forte e’ sorella di mia suocera. Gli ho risposto che non ho rapporti con la Forte dal 2009 per questioni politiche. In quella occasione, gli feci presente che appena mi trovo da Pasquale (Galdieri), visto che Nicola (Galdieri) aveva una ditta di piccole riparazioni. Sono io a dire a Pasquale Galdieri : sai ho trovato Nino e mi ha detto che il nipote ha dato 25 mila euro e ne aveva altri 10 mila euro da consegnare. Ma non ero li’ per discutere di questo. Erano mesi che non lo vedevo dalla morte del fratello, veniamo tutti dallo stesso paese e quindi lo avevo incontrato. Questo era da precisare”. Non è l’unica questione su cui Genovese chiede di chiarire. Nel lungo comttoesame della sua difesa si e’ fatto pure cenno alla famosa intercettazione in auto con Sabino Morano, quella captata prima del dicembre 2018 (nell’ambito del filone escluso dal Gup di Napoli sul voto di scambio politico-mafioso per cui Morano ricordiamo e’ stato prosciolto dalle accuse)

Per quanto riguarda Sabino Morano, ex candidato sindaco della mia lista, stavamo sempre insieme. Si parla dei Galdieri solo perché Osvaldo era malato. Sabino ha avuto sempre una grande amicizia con Osvaldo e ovviamente stava male e si confidava con me. Si parlava solo di politica. In quella occasione che Galdieri stava male, siamo prima andato a trovarlo perché non stava bene e nel viaggio di ritorno avevamo affrontato l’argomento. Poi e’ Sabino che menziona Carlo Dello Russo e non sono io a parlarne. Sta tutto nelle intercettazioni, non capisco perché non emerga”. Nel corso dell’esame in aula, si fa riferimento ad un passaggio dell’informativa in cui Damiano Genovese viene soprannominato “il geometra”, in riferimento al famoso incontro nel deposito di legname di Beniamino Pagano in cui ci sarebbe stato anche il “bacio mafioso” tra i due. Il luogotenente ha fatto riferimento alla circostanza che Genovese era chiamato così perché diplomato al Geometra. Anche qui lo stesso Genovese ha voluto precisare: “Per quanto mi riguarda mi sono diplomato al Liceo Scientifico e non sono mai stato geometra. Dal 2013 sono entrato nel mondo del calcio. Mi sono diplomato a Coverciano come direttore sportivo. Tutto questo non emerge nelle indagini pero'”.

IL RAID ALLE SUE AUTO: ATTENDO LA VERITA’

Il raid a colpi di mitra contro le sue vetture nel settembre 2019, per gli inquirenti anche alla luce di un’ambientale in carcere in un colloquio a Voghera con il padre Amedeo (deceduto) sarebbe riconducibile ai Galdieri: “Per l’attentato che ho subito- ha spiegato Genovese- sto ancora aspettando di sapere chi sono gli esecutori di quel raid. Non è mai uscito di bocca da me qualcosa sugli autori

LE DUE ASTE: ECCO LA VERITA’

Genovese ha chiarito anche il ruolo nelle due aste per cui è stato chiamato in causa: ” La prima era per una cugina di mio padre, anche se sono state accertate le parentele non viene fatta menzione purtroppo , aveva problemi legati alla casa all asta. Questa mia parente mi chiama insistentemente e gli rappresento che non si può fare nulla, “posso solo farti un prestito”. Quando dovevano andare a fare il sopralluogo la mia parente mi disse: deve venire Livia Forte. Cosi attraverso mia suocera Silvana avevo chiesto che gli rappresentasse che era una mia parente. Quando dico a mia suocera di andare dalla Forte, visto che io non mi salutavo neppure con lei, mia suocera mi fece capire che era meglio che ci parlassi io, anche per superare questa vicenda . Sono andato da Livia Forte e gli dissi: ma tu sei interessata a questo appartamento. E lei mi disse: io no, ma devo verificare se è interessato un mio socio. Gli chiesi di evitare perché mia cugina era interessata a riacquistarlo entro due mesi. Altra asta in cui è coinvolto Genovese, quella di un’ abitazione di un soggetto che vendeva auto, viene chiarita in questo modo: “Lo conosco da anni. Lui mi chiama, perché avevo già comprato una Mercedes. Mi chiama e ci vediamo a Tortette di Mercogliano, con me c e anche un’amica con cui facevamo politica in quel periodo di campagna elettorale. Damiano, Livia Forte ha comprato la mia casa all asta. E gli riaposi: che ci posso fare, digli quanto vuole, tanto lei compre e vende. Gli dissi: posso chiedere sempre a Nicola, ma sempre perché aveva rapporti di lavoro

I GALDIERI NON HANNO PAGATO IL NOSTRO AVVOCATO

Nel corso dell’esame e’ riemersa anche la vicenda relativa al presunto impegno dei Galdieri a sostenere le spese legali per ottenere la scarcerazione di Amedeo Genovese, altra circostanza smentita dallo stesso imputato: “Andammo insieme a Nicola dall’avvocato dopo aver pranzato insieme e abbiamo visto che la pg ci seguiva. Li abbiamo visti , quando ci seguivano. L avvocato non ha mai detto di soldi..perché era una cosa che lui dal 2005 voleva avere come professionista. Non aveva chiesto soldi..non è che i Galdieri dovevano pagare l avvocato anche perché prima cosa ci avrei pensato io, poi invece non si è fatto più nulla”. Infine una precisazione: ” A prescindere da ogni cosa non avevo e non voglio avere rapporti con queste persone”.