Aste Ok, il teste: Cerullo schiaffeggiata da Galdieri, non doveva fare le aste ad Avellino

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Il 20 febbraio 2019 diventa una nuova data spartiacque nel processo Aste Ok. E’ il giorno in cui Maria Cristina Cerullo viene schiaffeggiata da Nicola Galdieri a casa di Livia Forte, dove era stata convocata e prelevata dopo Gianluca Formisano, da parte di Carlo Dello Russo. Ai due, Cerullo e Formisano, sarebbe stato proprio Nicola Galdieri ad imporre che non si occupassero più delle aste ad Avellino. Cosa è successo quel pomeriggio e dopo, lo ha raccontato in una lunga testimonianza in aula Carmine Laudato, chiamato in causa dalla difesa di Galdieri, il penalista Gaetano Aufiero e comparso davanti al collegio presieduto dal giudice Roberto Melone proprio per essere sentito su questa vicenda e sull’asta di Montoro a cui aveva partecipato. Un esame che per il pm antimafia Henry Jhon Woodcock era importante anche per stabilire il perché si trattasse di una data spartiacque per i profili del processo legati al ruolo nella gestione delle aste di Gianluca Formisano e Antonio Barone dopo il venti febbraio. Per l’Antimafia infatti è lì che parti’ il patto tra il gruppo Forte-Aprile e Galdieri e Formisano e Barone. E su questo canovaccio il pm antimafia nel corso della sua escussione ha ricostruito non solo il clima nel giorno delle minacce, ma anche dopo il 20 febbraio del 2019. In particolare una visita del 27 maggio 2019 di Livia Forte presso lo studio di Gianluca Formisano, quella a cui lo stesso Laudato, “involontariamente’ aveva assistito, recandosi in quel posto su richiesta di Maria Cristina Cerullo per risolvere le problematiche legate ai lavori di ristrutturazione che Formisano stava realizzando alla Cerullo ed erano bloccati..

LA MINACCIA: NON DOVETE PARTECIPARE ALLE ASTE AD AVELLINO

Il pm Woodcock ha infatti chiesto al teste:
“Lei ha mai immaginato anche in prospettiva di entrare nel mercato immobiliare” : “Si- ha spiegato Laudato- anche perché all’epoca ero in cerca di un capannone e un terreno, incominciai a studiare in poco. Formisano qualche volta me lo ha proposto, voleva coinvolgermi. Mi disse che potevamo fare qualcosa insieme, duro’ circa 15 giorni. Quando facemmo l’asta per un capannone in Toscana, che non ci siamo aggiudicati la mattina dell’ asta stavo a Roma per andare all’estero, mi chiamo’ Formisano per un capannone in Toscana, c’erano lui e l’avvocato Barone. Partecipai con un assegno di 15mila euro. Formisano mi aveva proposto questa cosa. Non mi sono piaciuti i loro atteggiamenti, ho capito che dovevo fare da solo. Ho interceduto anche in varie circostanze nei rapporti burrascosi con la Cerullo”. Sulla vicenda dell’aggressione avvenuta a casa della Forte ha spiegato rispondendo al pm antimafia: “La Cerullo mi racconto’ che aveva avuto degli schiaffi nel corso di un litigio. Nicola Galdieri, mi racconto’ che c’era lei Formisano, Aprile, Forte.” E sulla specifica circostanza della lite: “Era andata il pomeriggio se non sbaglio insieme a Formisano- ha spiegato Laudato- Mi ha raccontato che c’era lei, Formisano, Armando Aprile, e Livia Forte. A casa della Forte aveva avuto una.lite con Galdieri e che l’ aveva schiaffeggiata. Formisano l’ avevano mandato a chiamare stavamo insieme e dopo qualche ora volevano parlare anche con lei. Volevano che non facessero aste ad Avellino. Che erano state chiamate perché le aste non le dovevano fare. Visto che qualche volta Cristina aiutava Formisano con le aste. Come mi ha raccontato la Cerullo, che hanno dato fastidio per le attività”. Qui ci sono le due domande relative a cosa era avvenuto dopo il venti febbraio. “Se il 20 febbraio c’è stato questo fatto traumatico, sa se dopo il 20 febbraio ci sono stati le aste e hanno fatto un accordo? “Prima di gennaio Formisano-ha raccontato Laudato- mi aveva proposto una casa di Serino. Poi mi ha riferito che non aveva più partecipato. Poi ho saputo che la casa la vendeva Formisano. A fine maggio la Cerullo doveva risolvere la questione dei lavori..quando sono entrato allo studio di Formisano c’era anche Livia Forte”. E qui il pm antimafia ha subito incalzato: Quindi qualche mese dopo quell incontro traumatico aveva trovato Livia Forte allo studio di Formisano? “Si. Non avevo un amicizia con Livia Forte”. Lungo controesame anche da parte dell’avvocato Carlo Taormina, difensore di Gianluca Formisano, più volte tirato in ballo dalle dichiarazioni di Laudato. A partire proprio dal 20 febbraio 2019, la data in cui avvenne la convocazione a casa di Livia Forte prima dello stesso Formisano e poi della Cerullo e questa fu aggredita da Nicola Galdieri. “Lei sa chi mando’ a chiamare la Cerullo da Formisano?” Chiede Taormina al testimone: “Ricordo che noi stavamo ad un bar di Atripalda- ha spiegato Laudato- insieme a Formisano. Arrivo’ Carlo Dello Russo Carlo con una macchina e prelevo’ Formisano e successivamente dopo un’ ora e mezza anche la Cerullo fu convocata. Io invece ero in partenza per Napoli”. E Taormina ha continuato: “Ricorda se la questione fu fatta in due tappe, prima in un bar e poi all’abitazione della Forte”. Laudato ha nuovamente ripercorso cosa avvenne quel venti febbraio: “Eravamo in un bar, prima ando’ Gianluca con Dello Russo e dopo un ora e mezza circa anche la Cerullo. Dopo mi hanno fatto sapere che avevano litigato. Non so se Gianluca avesse un appuntamento o meno. ricordo che andò prima in bagno e poi uscimmo e lui sali’ in macchina con Dello Russo”. Non ricorda nulla di Mercogliano? gli chiede il difensore di Formisano? “Non ricordo, ma penso che fosse un altro giorno”. Dopo il venti febbraio del 2019 vi siete rivisti con Formisano? “La sera ci vedemmo a casa della Cerullo, c’era anche Formisano e mi spiegarono la cosa” ha raccontato Laudato, entrando anche nei dettagli:
“Formisano mi disse che l’ avevano minacciato che non dovevano partecipare alle aste. Stesso avviso che era stato fatto dopo alla Cerullo. E nella lite che segui’ verso la fine della discussione fu colpita con uno schiaffo. Gianluca resto’ interdetto da questo episodio. Formisano mi disse che non volevano che lui facesse le aste ad Avellino”. La Cerullo sapeva che doveva andare a casa della Forte o è stata una sorpresa. Lei che rapporti ha avuto dopo il 20 febbraio 2019? “Dopo il 20 febbraio la Cerullo contattava Formisano perché gli risolvesse i problemi della casa. Se avessero altri rapporti o situazioni o si vedevano per altro, questo non lo so.
Ricorda di una lunga mail che la Cerullo si lamentava che Formisano si lamentasse del fatto che Formidano fosse sparito?
Mi sono proposto di metterli insieme, mi sembrava brutto che per qualche settimana di lavoro dovevano azzuffarsi. Ho sempre avuto buoni rapporti”. E su esplicita richiesta relativa ad una mail in cui la Cerullo si sarebbe lamentata del comportamento di Formisano, ha spiegato che era riconducibile a problemi legati a dei lavori ad una abitazione della stessa Cerullo: ‘Nel senso che quando gli fissava appuntamenti non teneva fede agli stessi- ha spiegato Laudato- Ma sempre relativamente al materiale” . I rapporti tra la Forte e la Cerullo cosa sa? “Non penso fossero amiche. Una volta solo a fine maggio o giugno arrivo allo studio di Gianluca e andò a prenderla all’ uscita dell’ Autostrada”. I rapporti tra Forte e Formisano? “Non so- ha chiarito Laudato- Vi ripeto che solo nell occasione dell arrivo allo studio di Formisano. Non conosco però i rapporti tra Gianluca e la Forte e Cerullo e la Forte”. Laudato ha raccontato anche la vicenda relativa ad una villa di Serino che aveva intenzione di comprare all’asta insieme a Formisano, che poi si sarebbe ritirato ma in realtà l’aveva acquistata da solo: “Siamo andati a fare la visita io e Gianluca. Un mese circa prima dell’ asta. Volevo comprarla per i miei figli. Gli dissi Gianluca prendiamola insieme, poi quando ho la disponibilità ti do i soldi. Siamo andati a visitare la casa e gli interni. Gli dissi: e’ una cosa che mi può interessare. perché era già divisa in tre appartamenti. Poi mi disse che non era interessato. E gli dissi: non so farlo, non ho i soldi. Dopo qualche mese un amico mi fece vedere le foto della villa e mi disse che l aveva acquistata Gianluca Formisano. Siccome eravamo interessati e avevo espresso la possibilità di farla insieme. Poi al momento dell asta sfumo’ la cosa. Poi ho saputo che lo aveva acquistato. Ora se lo ha fatto con una società o una persona fisica non lo so”. “Vi siete messi d accordo per fare qualcosa e manipolare l’asta?” Gli chiede Taormina. No assolutamente. L’esame è proseguito relativamente all’incontro presso lo studio di Formisano. Veniamo al 27 maggio del 2019. Lei ricorda di essere stato chiamato dalla signora Cerullo e le chiese dove si trovava e se poteva raggiungerla? Chiede Taormina al teste: ‘Mi disse che stava nello studio di Formisano. E io la raggiunsi dopo mezz’ora e trovai già Forte Livia”
Perché l’ha chiamata? : “Voleva che cercavo di mettere in comunicazione lei e Gianluca per quanto riguarda i problemi della casa”. Non ricorda se lei volesse un colloquio con la.signora Forte? “No, a cosa mi serviva un incontro” ha spiegato Laudato. “Sa se prima del 27 maggio Armando Aprile fosse stato aggredito ? ” chiede il difensore di Formisano: No.
Aveva interesse a parlare con la Forte per interessi di suoi amici che avevano problemi e serviva l’intervento della signora Forte?: “Non ho interessi che riguardano la.signora Forte”.

ASTA DI MONTORO: PORTAI L’ASSEGNO AD APRILE, MINACCE IL GIORNO DELLA CONSEGNA DELLE BUSTE

Il ruolo di Armando Aprile nell’asta di Montoro a cui aveva partecipato Laudato stesso ma era stata aggiudicata dagli stessi esecutati e’ stato al centro dell’esame degli avvocati Gaetano Aufiero, Roberto Saccomanno, Alberico Villani e Rosaria Vietri. Saccomanno in particolare, riferendosi al ruolo svolto da Aprile ha parlato di un “incarico”, scatenando anche la reazione del pm antimafia e del difensore di parte civile Roberto Vetrone. “Per quello che è a sua conoscenza i signori …… erano interessati all’acquisto della casa?”. La risposta e’ stata semplice: “Se perdevano quell appartamento non avrebbero più avuto una casa. Anche perché avevano dei crediti con le banche e avrebbero potuto ripagarla”. Avevano le disponibilità economiche? Chiede l’avvocato: “I soldi li avevano, una parte, quella che gli serviva per l’asta”. Quanto ha versato per l asta? : “Cinquantamila euro. Ho versato il 10 per cento”. Lei era interessato?: “Gliela compravo e poi con calma se la prendesse un altro pure che non potevano pagare l’ affitto”. Il penalista Gaetano Aufiero, che ha ricordato proprio come avesse consegnato una busta allo stesso Aprile: “Una busta contenente un assegno che il… mi aveva chiesto di consegnare ad Aprile. Intorno al quindici gennaio. Gli ho lasciato la busta a Piazza Liberta’ e me ne sono andato. Se lei mi chiede anche delle volte che mi sono fermato. Per me consegnare una cosa ad una persona non e’ un incontro. Tutto e’ avvenuto ad un Bar Tabacchi a Piazza Liberta’ , sono sceso dalla macchina la stava Armando gli ho consegnato la busta e me ne sono andato. M….mi disse che la moglie era malata, per cui sono passato sotto casa sua , la moglie mi ha dato la busta e gli ho portato un assegno. Non ho visto l’importo dell assegno e neppure la ragione per cui doveva dare questo assegno”. Lei non ha chiesto, avendo conoscenza della materia, di dargli una mano e perché M.. consegnano un assegno al soggetto che è interessato all’ abitazione? Gli ha chiesto Aufiero: “Gli ho dato un solo un consiglio: per me dai mandato ad un avvocato e risolvi il problema. Alla fine quando gli ho chiesto perché gli stai dando questi soldi, lui mi ha risposto cento cose, che non ho capito”. Il ruolo di Gisolfi Mario nella vicenda delle aste a partire dalle domande del pm Woodcock: “Lo intravidi quando dovevo lasciare la busta dell’asta per … Ci siamo visti solo allo studio del notaio per l’aggiudicazione..Sono arrivato c’erano Gisolfi, Cerullo e …..e loro mi hanno detto che questo signore ci ha chiesto i soldi per non partecipare all asta..Duemila o cinquemila.Gli ho detto: ma perché vuoi questi soldi? “Se no domani mattina partecipo all asta. Loro mi hanno detto che dovevano dargli dei soldi o avrebbe partecipato all’asta. Questo mi hanno raccontato sia Cerullo che…. Gisolfi aveva detto che era stato mandato perché dovevano dagli i soldi o avrebbe partecipato all asta. Gli ho detto: perché vuoi questi soldi. Lui ha detto: cosi funziona”. Ricorda se ha partecipato? Gli ha chiesto il pm Woodcock: “No sono venuto il figlio e la moglie”.