Aste Ok, il consulente: in quelle due date il telefono di Barone non agganciò il Tribunale

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AVELLINO- “Il 22 marzo 2019 e il 31 maggio 2019 il telefono dell’avvocato Antonio Barone non ha agganciato la cella del Tribunale di Avellino”. Questa la conclusione della consulenza realizzata dall’ingegnere Alessandro Lima e depositata questa mattina in aula dalla difesa dell’avvocato Antonio Barone, i penalisti Claudio Botti e Nicola D’Archi all’attenzione del collegio presieduto dal giudice Roberto Melone. La difesa ha in buona sostanza voluto dimostrare con la consulenza realizzata da Lima sulla base dei rilevamenti del localizzatore GPS del telefono di Barone che in quelle due date non era ad Avellino, anzi più precisamente non era presso il Tribunale di Avellino. Il perché è chiaro. Nelle sue dichiarazioni rese al pm antimafia Henry Jhon Woodcock la coimputata Livia Forte aveva riferito che Barone e Formisano erano in Tribunale per la famosa asta dell’appartamento di Piazza Macello. Stessa cosa per la data del 31 maggio, quando Barone e Formisano avrebbero turbato l’ asta relativa ai De Nardo. Invece dalla consulenza emerge che Barone era a Napoli e che aveva agganciato Avellino solo perché abita nella città capoluogo. Il raffronto con una precedente rilevazione del sistema di localizzazione del primo febbraio 2019 in cui veniva attestata la presenza di Barone tramite il suo cellulare in Tribunale. Ai dati estratti dal sistema si aggiunge per una delle occasioni anche una documentazione del Telepass che attestava il rientro da Napoli dell’imputato. Il pm antimafia Woodcock ha anche chiesto al consulente la tecnica utilizzata e ha cercato di chiedere se dal sistema era possibile comprendere se i cellulari di Barone e Formisano si erano incrociati quel giorno. Circostanza che ha trovato la opposizione della difesa visto che si andava oltre il tema della consulenza depositata, accolta dal Tribunale. In aula anche tre testi della difesa di Beniamino Pagano, incentrati sulle intercettazioni telefoniche e in particolare quella per cui era stata richiesta una perizia trascrittiva integrativa (guagliona tradotta cocaina) e per il presunto interesse a due abitazioni da parte di Pagano che non avrebbe però trovato riscontro. In aula si tornerà il prossimo 11 ottobre.