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Aste Ok, il comandante in aula: indagavamo sulle elezioni e scoprimmo l’accordo

L’esame dell’ex comandante del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino, il maggiore Quintino Russo, all’odierna udienza del processo Aste Ok viene sospeso dallo stesso pm antimafia Henry Jhon Woodckock, che aveva inserito il maggiore nella sua lista testi e slitta al prossimo 7 luglio, quando sarà svolta la seconda parte dell’escussione testimoniale. Incomprensioni tra il pm e il suo teste di lista sul capitolo intercettazioni, sul quale più volte l’esame dell’ufficiale non ha soddisfatto lo stesso pm, che ha allora deciso anche con toni aspri di chiedere al testimone di tornare alla prossima udienza per affrontare un capitolo, quello delle intercettazioni ( che ha firmato due informative sull’inchiesta risalenti a gennaio e aprile 2020) e che è stato “invitato” dal magistrato a consultare e rivedere la sua conoscenza degli atti per poter affrontare l’esame. Un corto circuito per cui il Tribunale, non essendoci più altri testi convocati nella giornata di oggi, ha successivamente deciso di rinviare alla prossima udienza sia l’esame che il controesame dello stesso. Una circostanza per cui lo stesso magistrato si è detto più volte rammaricato con il Tribunale. Intanto il comandante del Nucleo Investigativo dal 2017 al 2020 aveva affrontato nella prima parte della sua escussione la genesi del procedimento denominato Aste Ok, che non era partito per approfondire la gestione delle procedure immobiliari. L’indagine sul Nuovo Clan Partenio nasce nel 2017 e anche il frutto si un altro procedimento penale , quello del 2014, i frutti di questa attività investigativa hanno portato il 14 ottobre 2019 a catturare delle persone che secondo la tesi da noi proposta alla Procura della Repubblica e accolta dal Gip componevano l’associazione”. Cosa fa nascere allora le intercettazioni che portano al processo Aste Ok e in quale momento storico: “Allorquando fu intercettata a casa Galdieri una conversazione di interesse, quello era un periodo particolare visto che avevamo accertamenti sulle elezioni comunali di Avellino”. La conversazione in casa Galdieri secondo quanto raccontato in aula dall’investigatore e’ del 17 maggio 2018 e si fa riferimento ai candidati in corsa per il Comune di Avellino e alle candidature di Damiano Genovese e di Sabino Morano (va ricordato che per il presunto voto di scambio politico mafioso tutti gli indagati sono stati prosciolti dal Gup Baldari)
“Si decide di poter iniziare a indagare sul motivo di questo interesse di Galdieri che non aveva diritto al voto e non risiedeva ad Avellino”. Ma sempre su questo capitolo Investigativo Russo mette in evidenza come ci siano altre conversazioni di interesse investigativo: ”
Durante questa stessa ambientale ci sono altre intercettazioni che rappresentano quelli i motivi di questo interesse. Di qui i motivi della discesa in campo di Damiano Genovese e della candidatura di Morano Sabino..nell agosto del 2018 registrate delle conversazioni di interesse si discuteva con Pagano Beniamomo di un probabile malinteso che si era creato con lo zio di Damiano Genovese, che aveva ritirato soldi dove non poteva.Un interessamento da parte di Genovese Antonio per un recupero di denaro che aveva infastidito Pasquale Galdieri.
Antonio Genovese”. Per l’ufficiale Genovese era chiamato in causa perché rappresentava il “volto pulito” per poter mediare in queste vicende. Fino a giungere poi alle intercettazioni che riguardano l’interesse dei Galdieri a farsi carico delle spese legali per Genovese Amedeo e soprattutto nel settembre del 2018 l’incontro con Colella. Fino a dicembre 2018 e alla famosa ambientale in cui Genovese riceve l’incarico di occuparsi dell’asta di un nipote di Sanseverino Nino di Mugnano.

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