Aste Ok, il caso delle segnalazioni sospette. Primo botta e risposta in aula tra Dda e difese

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Pausa feriale finita per il processo al presunto “clan delle aste” smantellato nel 2020 dalla Dda di Napoli e dai Carabinieri di Avellino e dai militari del Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli. Questa mattina davanti al collegio presieduto dal giudice Roberto Melone e’ comparso nuovamente il luogotenente delle Fiamme Gialle del Nucleo Pef di Napoli che ha seguito gli accertamenti societari e fiscali sulle società coinvolte nella presunta attività di turbativa delle procedure presso il Tribunale di Avellino. Terminato l’esame del pm antimafia Henry Jhon Woodcock e’ toccato alle difese controesaminare il sottufficiale della Gdf. Al centro dell’udienza la valutazione su due segnalazione di operazioni sospette (Sos della Uif) relative alla società “Arca di Noe'” che ha come soci Gianluca Formisano e Antonio Barone, il secondo secondo gli inquirenti rappresentato nella società dalla moglie. Proprio sulla circostanza a cui ha fatto riferimento il luogotentente hanno insistito molto nel loro controesame sia l’avvocato Claudio Botti, difensore insieme al collega Nicola D’Archi di Antonio Barone, che l’avvocato Carlo Taormina, difensore di Gianluca Formisano. Proprio Taormina ha chiesto delucidazioni in merito alle “Due operazioni sospette che erano state segnalate per quello che risulta dagli atti a sua disposizione? ” . E la risposta del luogotentente sul dettaglio relativo alle due Sos e’ stata questa: “La prima operazione sospetta risale al 2019. E’ arrivata l’acquisizione e noi l abbiamo inviata. E’ relativa ad un bonifico in arrivo alla Arca di Noe’ di 275.874,00 euro emessa in data 6 settembre 2019.
Una disposizione di giro conto da Banca Sistema. Non abbiamo ancora trattato perché lo facciamo quando acquisiamo la Sos. La descrizione è solo riferita ad operazione di factoring”. E Taormina ha incalzato: “Avete verificato che si trattasse di uno sconto fattura della Prefettura?”. “No”. L’altra operazione sospetta riguarda come ha spiegato il militare in aula : “Un bonifico di 130 mila euro in partenza da Arca di Noe’ del 20 settembre 2019. Investimento poi stornato. Uno storno di credito. Non abbiamo fatto accertamenti”.

Prima di lui era stato l’avvocato Botti a sollecitare l’eventuale accertamento delle causali per cui i due bonifici erano stati ricevuti ed emessi dall’ Arca di Noe’. In primis facendo riferimento ad un credito vantato dalla società con la Prefettura e poi ad una operazione di capitalizzazione e di fideiussione versata dai soci per cui c’era stata una restituzione. Due operazioni che per la difesa non sono affatto sospette. Come Botti ha incalzato per un’altra società richiamata nell’esame. Si tratta della “Tutti Insieme”. Anche in questo caso l’avvocato ha più volte chiesto se fossero stati eseguiti accertamenti sui rapporti con gli enti, in particolare le autorizzazioni Prefettizie. Ma non ci sono stati accertamenti. Lo stesso pm Woodckock nel controesame ha fatto spiegare bene che il meccanismo di accertamento della Sos, segnalata nel 2019 ha visto acquisire praticamente i dati solo nell’ agosto scorso, per cui la delega sugli accertamenti non ha subito ritardi, ma sono i tempi per l’attivazione che seguono questo iter. Controesame affidato anche agli avvocati Alberico Villani, Alfonso Furgiuele e Carmine Anzalone. Non è mancata una scaramuccia procedurale tra accusa e difesa sulla gestione del calendario di esame degli imputati. Lo stesso avvocato Taormina, che si era opposto ad un’inversione del calendario sollecitata dall’avvocato Botti, rispetto alla circostanza che il pm Woodckock avesse indicato come primo teste imputato da ascoltare proprio nel suo assistito Gianluca Formisano (il Tribunale dopo una camera di consiglio aveva accolto la richiesta di Woodckock per l’esame degli imputati) ha revocato la sua opposizione, così il 15 settembre saranno ascoltati in aula i testi della parte civile e due testimoni della difesa di Antonio Barone. Esame degli imputati rinviato a quella successiva.