Aste Ok, Barone: “Lasagne e non fagioli? Non era riferito ad accordi con la Forte”

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“A me piace la lasagna non i fagioli non era riferito alle aste e ad accordi con la Forte, ma solo al fatto che rispetto alle procedure di Avellino preferivo quelle fuori regione”. E’ così che l’avvocato Antonio Barone, imputato al processo Aste Ok e accusato di aver avuto un ruolo insieme al suo socio Gianluca Formisano in un patto per le aste con il gruppo Forte-Aprile e i Galdieri ha spiegato al pm antimafia Henry John Woodcock una delle intercettazioni riferita alla vicenda ai rapporti con Lady Aste, quelli che Barone ha limitato alla sola vicenda della ormai famosa conceria di Solofra, per cui la Forte aveva trovato il cliente. “Noi già gli avevamo detto di non essere interessati alla aste ad Avellino”. Lo ha ripetuto più volte al pm antimafia Henry John Woodcock l’imputato, che anche rispetto alla richiesta del magistrato rispetto ad una intercettazione in cui Aprile fa riferimento ad un riassunto, chiosa sicuro: “Si riteneva un super esperto di aste e per il suo carattere eccentrico si vantava”. Anche per una successiva intercettazine in cui gli viene contestato che si fa riferimento alla divisione, Barone esclude che si trattasse di accordi, ma sempre alle circostanze che riferiva Aprile: “Sono i racconti che faceva Armando Aprile sulle divisioni che faceve con la Forte. Non eravamo interessati alle aste di Avellino e non ne abbiamo fatte fino al 31 maggio per i millesimi di Montoro” ha chiarito. Woodcock ha però insistito mettendo in risalto come in un’altra interlocuzione interviene anche Formeano e parla di Modestino come destinatario di una quota del 10%. Il pm antimafia ha chiesto: non sembra francamente la conversazione di chi era estraneo? “Sono le precisazioni di Aprile- spiega Barone- dopo che Formisano il 6 aprile mi aveva raccontato tutto (sul 20 febbraio 2019). Unica cosa è che noi eravamo spettatori”. I rapporti con la Forte e soprattutto una intercettazione in cui lo stesso Barone avrebbe detto che bisognava mettere le carte in tavola. “Me la ricordo benissimo, la confeddzsibs riguardava il preliminare di compravendita dell’opificio e dovevo parlare con la signora perché c’erano degli aspetti relativi ad un abusivismo edilizio che non era stato evidenziato. Avevo la necessità di mettere in evidenza queste cose in quanto avvocato civilista ed era coinvolta Arca di Noe’ e avevamo un ingente investimento”.

In riferimento alla richiesta di farli partecipare alle aste di Avella, Solofra e altre, ha ancora chiarito: “Avevo detto che noi queste aste non ne vogliamo fare”. Ma è vero che non avete partecipato che avete detto che non vi sentivate protetti ad Aprile da parte della Forte ed eravate stati scalzati?”. E ancora una volta ha spiegato fornendo una ricostruzione dei fatti: “Noi ci fidavamo soltanto di Aprile e non della Forte e le aste che ci avevano segnalato con una bufala abbiamo detto che conoscevamo i proprietari. Forse lei fa riferimento al fatto che dicevamo di conoscere il proprietario. Aprile diceva che si voleva distaccare dalla Forte e ci avevamo creduto”.Ma come mai vi siete fidati? chiede ancora il pm antimafia:
Il rapporto con Aprile era legato ad un discorso di fiducia. Aveva fatto questa società con noi e noi avevamo bisogno di crediti.. anche con Aprile avevamo avuto indicazione nella prima decade, quando avevamo chiesto ad una custode di lui…”. Perche’ Aprile dice: tratto i tuoi soldi come fossero i miei e lei diceva bravo? gli chiede Woodcock, facendo riferimento ad un’altra intercettazione: “Si tratta quella in cui Aprile.diceva al fratello che la conceria l’ aveva comprata Barone. Poi il pm antimafia gli chiede in merito ad una intercettazione in cui Barone dice: ono per le lasagne non per i fagioli, scendo in campo per cose grosse io non mi nuovo per altre cose, devo essere serio e onesto anche per il fatto che lei mi ha fatto sedere a tavola?”: “Volevo dire che la Forte aveva fatto vendita conceria e mi aveva fatto usare l’ agenzia per la vendita. Ci sta vendendo la conceria e ci salva dal fallimento, questo volevo dire”. Cosa vuol dire lasagne e fagioli?: “Noi eravamo interessati ai crediti, nel senso che la Forte si dedica a cose da quattro soldi noi ci vogliamo interssare a quello che anche fuori regione erano cose più importanti.

Noi abbiamo fatto una sola asta, il 5 aprile”. In chiusura non è mancato uno scontro con i difensori sulle domande relative al rapporto tra Gianluca Formisano e Caterina De Nardo. Alla fine, quando il Tribunale ha autorizzato la domanda del pm antimafia anche alla luce delle acquisizioni ai sensi del 500 comma 4, Barone si e’ avvalso della facoltà di non rispondere. Molto diretto il contreosame dei difensori di Barone, gli avvocati Claudio Botti e Caterina Migliaccio. A partire da Botti cge ha chiesto in merito alla contestazione per cui a Barone viene imputato in qualche modo le viene contestata una gestione monopolistica delle aste: Non ho mai avuto una gestione monopolistica. Ci sono atti pubblici per cui per anni ho partecipato come avvocato di debitori esecutati, non ho mai partecipato direttamente alle aste”

“APRILE CI HA PRESO IN GIRO, NON VOLEVA ROMPERE CON LA FORTE”

Avevate un accordo con Livia Forte e Armando Aprile? “Nessun accordo. Abbiamo partecipato alla conceria di Solofra e un mese e mezzo dopo siamo stati costretti a dare questi soldi perché rischiavamo un ingente danno economico e la Forte aveva assegno per il preliminare di vendita”. Eravate dei competitori di Forte e Aprile? “Dicevano che Formisano aveva una grande disponibilità economiche e poteva dare fastidio ad Aprile e Forte sulle aste ad Avellino. Noi ci siamo dopo il 6 aprile subito distaccato dalla Forte e abbiamo avuto solo una fattiva collaborazione per la conceria”. Ha mai sentito parlare dei Galdieri ? “Ne’ come.avvocato di debitori esecutati ho mai sentito parlare dei Galdieri”. Come nascono i rapporti con Aprile e come si evolvono: “Ho conosciuto Aprile Armando per l’asta di Solofra e abbiamo deciso di fare con lui aste al Nord perché avevamo capito che volesse staccarsi dalla Forte. Da marzo ai mesi successivi abbiamo costruito una società e acquistato anche dei crediti. Aveva esternato di non voler più lavorare con la Forte”. Durante questo periodo in concomitanza con la trattativa di Solofra avete mai percepito che Aprile facesse il doppio gioco? “Avevamo dei dubbi- ha spiegato Barone- ma anche per il fatto che non avesse fatto il sopralluogo mi avvea tolto dalla mente questo dubbio.

BARONE IN LACRIME: HO SBAGLIATO MA NON SONO MAI EVASO

L’imputato in lacrime ha anche voluto chiarire che ha sbagliato sulla vicenda della violazione della misura dei domiciliari ma non era mai evaso: “So benissimo di aver violato le prescrizioni ma ci tengo a chiarire una cosa, non sono mai evaso dalla mia abitazione. Ma so bene che ho sbagliato e dalle intercettazioni che c’è con mia moglie mi dice smettila di scherzare. Mi vergogno pure di aver violato la legge. Mi scuso di quello che ho fatto, ho sbagliato e ne sono consapevole”. In aula si torna il prossimo 23 febbraio. In quella sede saranno anche avanzate le richieste di 507, ovvero di nuovi testimoni da ascoltare perché chiamati in causa dalle testimonianze nelle udienze e la definizione dell’esame dell’avvocato Antonio Barone. Nella prossima udienza oltre alla definizione dell’esame di Barone ci dovrebbero essere anche le nuove spontanee dichiarazioni di Armando Aprile.