Tre versioni diverse per un “delitto” (quello della riunione avvenuta a casa di Livia Forte il 20 febbraio 2019). E’ il giorno delle accuse incrociate nell’aula Nunziante Scibelli dove si celebra davanti al collegio presieduto dal giudice Roberto Melone (a latere Ciccone e Cozzino) il processo denominato Aste Ok. Un’ udienza in cui sono state fornite tre diverse versioni su cosa e’ avvenuto tra il 9 e il 20 febbraio 2019. Si tratta delle vicende dello schiaffo dato in una sorta di “reunion” come l’ ha definita il pm antimafia Henry John Woodcock a casa di Livia Forte per dirimere una questione legata alle aste da parte di Nicola Galdieri a Maria Cristina Cerullo. Tre versioni diverse. A partire da quella fornita da Livia Forte, collegata dal carcere di Viterbo insieme al suo legale, l’avvocato Roberto Saccomanno, l’imputata ha raccontato che quella a casa sua del 20 febbraio 2019 fu una riunione causata dalle voci che aveva lanciato Cristina Cerullo contro Aprile, che avrebbe chiesto somme senza versare nulla ai Galdieri. Una versione smentita da Galdieri, che in collegamento da Tolmezzo ha invece raccontato che delle aste non sapeva nulla e che era stata la stessa Livia Forte a condurlo a casa sua perché la Cerullo avrebbe rimangiato le accuse nei confronti di Aprile, la terza versione è quella di Gianluca Formisano, che ha raccontato che quel pomeriggio la convocazione era scaturita sia dal fatto che da qualche tempo loro effettuavano sopralluoghi per le aste, lui da consulente e che avrebbe dato una somma somma quindicimila euro ad Aprile. Le due cose su cui concordano tutti e che l’incontro c’è stato e che la Cerullo fu schiaffeggiata. Tre versioni diverse che sono “grasso che cola” per l’Antimafia, soprattutto per la credibilità degli imputati. Due di loro mentono. O forse tre? Le intercettazioni chiariranno meglio tutto..
LA FORTE: DAVANTI A DIO, SONO UNA VITTIMA. IL PM WOODCOCK: DA LAICO, LASCI STARE DIO
Il riesame di Livia Forte davanti al pm antimafia Woodcock ha messo in evidenza i dubbi del magistrato sulle dichiarazioni rese dalla stessa. Tra l’altro anche evidenziato quando la Forte, volendo evidenziare il suo contributo all’accertamento dei fatti ha detto: “Allora, presidente il mio peccato davanti a Dio e alla Legge e’ stata quella di fare la turbativa d asta, ma sono una vittima”. A quel punto il pm antimafia ha stoppato l’imputata, chiedendogli “da laico, lasci stare Dio”. La Forte e’ stata incalzata da Woodcock proprio sul fronte delle minacce ricevute dai Galdieri: Mai minacciata da Nicola o Pasquale Galdieri direttamente o implicitamente?
Sono tre anni che dice cose diverse, mascherando il suo contributo ha incalzato il pm antimafia. “Quindi ha mai ricevuto minacce dirette da Pasquale Galdieri o Nicola Galdieri? “Mi hanno minacciata. Ogni minuto. Mi dicevano: ti faccio saltare in aria, ti sparo in bocca. Il gatto sgozzato, la macchina bruciata. Mi dicevano: i camorristi siamo noi e devi fare quello che diciamo noi..Perché davanti a me lei non ha parlato di minacce? Gli ha chiesto allora Woodcock, riferendosi al fatto che negli interrogatori lo aveva sempre negato. “Vi voglio dire una cosa.sola: vi ho detto sempre la verità, ma voi pensate cosa vuol dire essere arrestata a sessanta anni”. Prima del 20 febbraio c’è una riunione a casa di Cristina Cerullo, e’ il giorno 9 febbraio. La Forte rispondendo alle domande dell’avvocato Taormina la racconta così: Io stavo al ristorante erano intorno alle 16 30 alle improvvisamente e’ venuto come una furia Nicola Galdieri e mi disse: vedete come mi imbrogliate sempre,. e vi siete presi cinquemila euro da una mia amica. Ora invece di mille me ne date 5000. Arrivo’ Carlo Dello Russo e andammo a casa della Cerullo ad Atripalda. Io non sapevo di chi si trattasse. Sono arrivata ad Atripalda e Nicola stava vicino al camino ma la signora era mia cliente e beveva solo campagna. Lei disse vicino a Nicola, lo chiamava Nichi, e disse: parlo solo davanti ad Armando Aprile e lei mi ha detto che pure Armando aveva preso 15 mila. Aprile mi disse cbe aveva fatto una consulenza e che li spiegava lui a Nicola. Nicola si arrabbio’ a casa mia il 20 e disse alla Cerullo: sei una bugiarda, una pazza e non ti permettere di parlare di Livia. Lei disse: non ti penso proprio,, tengo la protezione di Caramella…ci fu uno schiaffo. Cosa ha detto il 20 febbraio Nicola Galdieri riferendosi alle aste? La tesi è che Galdieri abbia detto che le aste ad Avellino le poteva fare solo Livia Forte, indicandola come sua sorella. E rispondendo ad una domanda dell’avvocato Taormina, la Forte ha spiegato cosa avrebbe detto Nicola Galdieri: “Galdieri ha detto che le aste le puo’ fare chiunque mettetevi d’accordo, ma le potevano fare chiunque, basta che portavano il venti per cento a me, perche’ non si fidavano”.
Ha mai sollecitato i Galdieri affinché intervenisse su Formisano
Assolutamente mai.
Ricorda di avere incontrato la signora Cerullo nell ufficio di Formisano nel maggio del 2019
La incontrai perché Formisano mi invito” a me e alla buonanima di mio fratello Modestino perché dovevo comprare un rustico. E Aprile mi aveva detto che lui voleva comprarlo perche faceva il costruttore e voleva ristrutturarlo lui.
Le disse che c’era Laudato
No, assolutamente
GALDIERI: DALLA FORTE SOLO MILLANTERIE, MAI INTERESSATO ALLE ASTE
La seconda versione è quella offerta in una lunga dichiarazione spontanea dallo stesso Nicola Galdieri, collegato dal carcere di Tolmezzo. “Volevo cominciare da queste millanterie della signora Forte- ha spiegato Galdieri- cioe’ che io l’abbia minacciata. La signore Forte per me era come una sorella. Queste illazioni, queste fantasie al fine di fare che cosa non lo riesco a capire. Vorrei tornare precisamente alla questione della signors Cerullo e all’incontro del 9 febbraio e quello del 20 successivo. Signor presidente, per prima cosa voglio dire che secondo me la verità e’ quella che non viene mai smentita nella vita. Fui chiamato dalla Cristina Cerullo, attraverso Dello Russo Carlo, con cui vendevamo le auto, perché la signora Cerullo sapeva benissimo che ero intimo amico, se non quasi fratello della signora Forte. La Cerullo non diceva che Aprile aveva truffato lei, ma che in una trattativa aveva truffato la signora Forte, che come lei si definiva, erano soci. Questo e’ l’incontro del 9 febbraio e la sacrosanta verita’. Conoscevo la Cerullo da quando ero bambino, viveva poco distante da casa mia. Quella sera (il 9 febbraio) non sono andato a casa della Forte, ma lei è stata chiamata ed è arrivata accompagnata da Dello Russo Carlo. In secondo luogo, l’interesse di far venire la signora Forte a casa della Cerullo, che chiamava “zia Livia”, era legato esclusivamente al fatto che diceva: “guarda Nicola che questo l’ ha truffata, la imbroglia”. Al che io gli dissi: guarda che io di queste cose poco ne capisco, perché faccio altro, faccio impresa”. Ricordo che mi fece girare per tutta la sua casa per farmi vedere che Formisano gli aveva fatto dei lavori che non erano stati fatti ad opera d’arte. Prima che arrivasse la signora Forte, la Cerullo mi fece ascoltare una serie di conversazioni, perche’ lei aveva l’abitudine di registrare tutto. Mi fece sentire una registrazione tra lei e Carmine Valente, detto Caramella, dove il signor Valente faceva delle illazioni su uomo e donna, insomma diciamo che lui ci provava e gli dissi: guarda che lui con le dome e’ insidioso, questa era la battuta. Quando arrivo’ la Forte discutemmo tutti e quattro del fatto che Aprile l’avesse truffata. Non avevo chiesto compensi. Nel momento in cui siamo al giorno dell’incontro del 20 febbraio. Stavo a casa mia sul divano, lo ricordo come se fosse adesso, stavo davanti alle telecamere. Intorno alle tre vidi scendere dalla macchina con la scritta Its’ok la signora Forte, che busso’ e feci dire a mia moglie che non c’ero. Lei insistette per entrare con la macchina nel cancello, la feci salire e mi disse: mi devi fare un piacere, devi venire a casa e mi devi aiutare se no quella Cristina Cerullo si rimangia le parole, sul fatto che Aprile l’ aveva truffato. Succede che tutto infastidito scendo e vado a casa della Forte. E la già trovo a tavola la buonanima di Modestino, il signore Aprile, Formisano Gianluca, che non conoscevo e non ho mai visto in tutta la mia vita, solo in questa circostanza. La questione posta dalla Cerullo e’ che Aprile truffasse a Livia Forte, parlavano di cose di cui non ero pratico, Formisano era in disparte in silenzio senza dire nulla. Ad un certo punto dissi allaCerullo, anche infastidito dal fatto che la Forte era venuta a prendermi a casa : ma tu sei proprio una poco d buono, fai tutto questo casino. Aprile disse che aveva fatto una consulenza, mostro’ una fattura, tutte queste cose tecniche che non so neanche riferire con precisione. Al che, dissi alla Cerullo: sei una fetente, mi hai fatto chiamare da Dello Russo Carlo, mi hai portato qua in questo concerto, senza che me ne interessasse nulla, sei una poco di buono. Al che la risposta della Cerullo non fu io ho la protezione di Valente Carmine. Mi disse che il porco non era quello sei tu, riferendosi allaconversazione che mi aveva fatto ascoltare il 9 febbraio a casa sua. E’ vero ho sbagliato, mi alzai e gli sferrai un forte schiaffo. Ho sempre fatto presente ai miei avvocati di essere anche intenzionato a fare azione di risarcimento per lo schiaffo, perché non posso dire che non è vero. Ma per quanto riguarda la gestione delle aste, tutta Avellino sa che queste aste non le abbiamo mai fatte..”. Ha continuato Galdieri: “La signora Forte dice che io l’ho minacciata, quando ci sono anche le intercettazioni a testimoniare il nostro rapporto di familiarità. suo nipote andava a scuola dove e andata mia figlia alla Solimena e spesse volte insieme al papà che accompagnava il figlio, prendevamo il caffè insieme la vicino..In un interrogatorio avrebbe riferito che le avessi chiesto il nipote dove andava a scuola. Ma di cosa parliamo, presidente, io sapevo benissimo dove andava a scuola..dove si vuole arrivare con queste minacce e queste bugie. Tengo a precisare un’altra cosa, la signora Forte nel 2000, quando organizzava la Fiera delle Bancarelle con i suoi familiari, diede uno schiaffone a mio fratello, e Pasquale secondo me da allora non l’ha più vista. Ne sono fermamente convinto. Il Signor Barone non l’ ho mai visto in vita mia, l’ho visto una volta qui in videoconferenza da quando e’detenuto. Formisano non sapevo neanche chi fosse prima del 20 febbraio. In quanto non sono mai stato interessato a questi discorsi delle aste come dice la signora Forte. Tutte queste estorsioni, queste minacce, questa cattiveria che vuole creare la Forte non ci sono mai state. In questo processo per una questione di verità, sono accusato di estorsione e turbativa d’asta per persone che non conosco. Ma chi sono? Non li conosco, non li ho mai visti, non so se ci sia stato un passaggio di soldi prima, dopo, durante e perché..La stessa Cerullo che ha detto che gli avrei imposto di fare quello che diceva la signora Forte, signor presidente, non ho percepito niente da questi signori, da quello che si vede dalla carte, da cio’ che ho letto, questi sono degli avvoltoi senza pietà, figuratevi se la signora Forte veniva a dare soldi a me: per quale motivo? In una intercettazione, che non ricordo bene il nome Olindo o ermenlindo , la signora Forte si vantava con i suoi soci o presunti tali, sicuramente Armando Aprile lo era perché lo sapevo in prima persona, diceva ad Aprile: mo ti faccio vedere come Nicola interviene, quello non va.lui, manda a qualcun altro, non so nemmeno di cosa stiamo parlando. La signora evidentemente faceva la cresta sui soldi che si spartiva con il socio e diceva che dava questa somma a me. Non ho mai avuto un euro, la cosa bella è che mi devo difendere da accuse che nemmeno so che esistono….sto dicendo questo solo per amore della verità, spesso in generale trascurata nei processi. Io con la signora Forte avevo un rapporto di famiglia, ha messo in mezzo dicerie, bugie, ma se ci sono le intercettazioni che provano i nostri buoni rapporti. Ma persone che si chiamano fratello e sorella e mai possibile che possano essere in rapporto estorsivo? E’ inverosimile, una cosa indicibile. La signora ha approfittato che io stupidamente, mia colpa, lo schiaffi che ho dato alla Cristina, ha approfittato di quella situazione per far capire ai suoi soci o presunti tali chissà cosa stessi facendo..”
FORMISANO: GALDIERI CI DISSE CHE PER LE ASTE AD AVELLINO SI DOVEVA PARLARE CON SUA SORELLA LIVIA
Esaminato dal pm Woodcock, l’ingegnere Gianluca Formisano, assistito dall’avvocato Carlo Taormina fornisce una ricostruzione ancora diversa sia da quanto raccontato dalla Forte che da Aprile: La mattina del 20 febbraio 2019 Cerullo e Laudato mi volevano accompagnare in questo immobile in Via Marconi a Mercogliano, ci vedemmo al Famila, scesi dalla mia macchina e salii sulla macchina di Laudato Carmine, che aveva i vetri oscurati. Arrivammo a Mercogliano e c’erano delle persone, si avvicinò una donna , che era la signora Forte, e la Cerullo fece accostare la macchina e la donna si avvicino’ e la saluto’ con un bacio e saluto’ come zia Livia. La Forte, che non mi aveva visto perché la vettura avevo i vetri oscurati, disse: ricorda o uagljone che oggi tiene un appuntamento alle 16. Poi, notando che c’ero io, disse: sta qua il guaglione. Dopo questa notizia grammo la macchina e ce ne andammo. Chiesi perché eravamo andati via a Laudato, che era interessato all’appartamento, e mi disse: non ti preoccupare abbiamo già fatto.Mentre stavamo al bar, arrivo’ un ragazzo con un cappellino bianco, si presento’ come Dello Russo, e la Cerullo mi disse che dovevo andare con lui per parlare dei lavori che questi amici dovevano fare. Nel frattempo però Laudato, con la scusa di trovare un parcheggio spari’. Avevo cellulare e chiavi dell’auto nell auto di Laudato, ma la Cerullo mi rassicuro’. Per strada Dello Russo mi disse: mi raccomando dici la verità. E allora ridposi: ma non dobbiamo vedere dei lavori”. Ma aveva mai partecipato alle aste? “Non avevo mai partecipato alle aste-spiega Formisano- a differenza di quanto detto dalla Forte, non ci conoscevamo, perche non avevo mai visto fino a quel giorno la signora Livia, né Galdieri e ne Dello russo.. Mi portarono al piano superiore del ristorante Its Ok che non conoscevo. Quando sono arrivati c’erano a capotavola Livia Forte, poi Modestino, Nicola Galdieri e Carlo Dello Russo. In un altro lato della tavola c’era Armando Aprile”. A casa della Forte, Formisano viene interrogato da Galdieri: “Galdieri mi chiese che rapporto avessi con Armando Aprile- ha raccontato Formisano- Gli dissi che me lo aveva presentato Cerullo. Mi chiese se avesse preso la somma di quindicimila euro da me Armando Aprile, gli risposi di no. Perché stavo facendo dei sopralluoghi per le case. Dissi che visitavo le case come consulente per conto della signora Cerullo. Nel contempo mentre mi inveivano contro per sapere perché andassi a fare i sopralluoghi mi difendeva solo Modestino Forte”. Perché lo chiedevano…gli chiede Woodcock?
“Facevo un sopralluogo per immobili che interessavano altre persone. Galdieri chiese a Dello Russo di andare a prendere la signora Cerullo. Dopo mezz’ora circa arrivo’ la Cerullo, che saluto’ cordialmente tutti. Galdieri gli riferi che Armando Aprile non aveva preso soldi da me, che non ero interessto alla aste, gli chiese se alle aste fosse lei interessata in prima persona. La Cerullo disse anche perché se pure fossi interessata quale è il problema?. Galdieri gli disse: nessuno, solo che un immobile a cento lo pagherai trecento. I toni si stavano alterando e la Forte stessa disse che la Cerulllo era una pazza. Mi ricordo che stavamo andando via, quando la Cerullo torno’ indietro e disse a Galdieri: Carmine Valente si è sempre comportato da signore, non è un porco. Poi se faccio le aste ad Avellino perché lui ha detto che lo potevo fare. Nicola Galdieri reagì dandogli uno schiaffo. Nel frattempo Nicola Galdieri mi disse di rimanere lì. non cercai di dividerli. Mi ricordo che Nicola Galdieri mi spinse per giungere alla Cerullo. In quei momenti tornammo sul fatto che la Cerullo dicesse menzogne. Dalle 16 alle 21 era avvenuta questa cosa.”.Si parlo’ delle aste? ha continuato il pm?.”Dopo che la Cerullo andò via, Galdieri mi disse che le aste ad Avellino le faceva solo sua sorella Livia e mi disse: ingegne’, la mattina mettetevi la giacca e fate il vostro lavoro. E allora io gli chiesi anche scusa per il mio comportamento. Quando mi disse che sua sorella faceva le aste . Nel caso avessimo avuto bisogno di qualcosa saremmo dovuti andare da Forte Livia. In quella occasione Galdieri mi chiese se fossi socio di Barone, “quello che tiene i neri”.
Non e vero dunque che avevate un rapporto con Barone e i Galdieri?
Non conoscevo i Galdieri, ho visto Nicola Galdieri solo quel giorno 20 febbraio e dopo non l’ho più visto. In quella occasione, mentre io stavo andando a casa e loro stavano davanti alla casa parlando di soldi, la Forte disse a me : Nicola te li fai dare da Formisano.
Non sono mai stato estorto dai Galdieri in alcuna delle mie attività imprenditoriali. Anche in questa attività di gestione delle aste, ne ho fatte solo due il 5 maggio. Non ho mai avuto minacce o richieste estorsive da parte di Galdieri, Pagano, Dello Russo.
Non ho mai dato alcuna somma di denaro o percentuale imposta dai Galdieri. A fondamento delle mie argomentazioni, ho anche le intercettazioni”. Formisano, che ha raccontato delle cinque ore di tensione vissute il 20 febbraio, ha poi chiarito al pm Woodcock che l’ asta a cui aveva partecipato il.successivo 8 marzo era stata oggetto dell’imposizione di una dazione di cinquemila euro, che nel corso della stessa.asta la Forte aveva avvicinato l.amministratore della società intimandogli di provvedere a quello che già sapeva l’avvocato Barone. In aula si torna il 9 febbraio.